L’ex calciatore di Udinese e Juventus è stato interrogato nel corso dell’inchiesta Aemilia.
«Sono una persona famosa, avevo preso la pistola più che altro per quando avessi smesso di giocare. Mi piaceva andare al poligono di Reggio. Non ho mai girato armato». Sono le prime dichiarazioni rilasciate da Vincenzo Iaquinta nel corso del processo Aemilia. L’ex calciatore è accusato di detenzione abusiva di armi e di non aver denunciato il trasferimento di due pistole, una Smith & Wesson .357 Magnum e una Kentucky, nella casa del padre. «Le armi sono mie ma mio padre le ha prese a mia insaputa per metterle al sicuro, perché mia sorella, che era incinta, mi aveva chiesto se poteva stare a casa mia a Reggiolo», spiega l’ex attaccante di Udinese e Juventus. Il processo a Iaquinta padre e figlio si inserisce in un’inchiesta ben più articolata sulla diffusione della ‘ndrangheta nel nord Italia.