Il presidente dell’Associazione nazionale guardie particolari giurate denuncia una situazione complessa nel settore della vigilanza privata.
Orari troppo lunghi, salari troppo bassi, trasferimenti lontano dalla residenza come sostanziale invito al licenziamento: più che alla qualifica di agenti di polizia giudiziaria, nel settore della vigilanza privata bisognerebbe pensare a problemi ben più urgenti. Ne è convinto Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione nazionale guardie particolari giurate, che denuncia una situazione complessa.
In alcune aziende si superano infatti anche le 12 ore di lavoro al giorno; talvolta gli stipendi non raggiungono neppure 1.000 euro al mese; e talvolta i trasferimenti in altra sede non sono sostenibili. Bisogna dunque che le prefetture, il ministero dell’Interno, la polizia amministrativa e l’ispettorato del lavoro potenzino i controlli, a tutela degli operatori; che si discuta e si rinnovi il contratto nazionale, scaduto da quasi sette anni; e che gli organi di vigilanza intervengano prontamente alle segnalazioni e alle denunce dei lavoratori.
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