Veneto: il governo Gentiloni ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale sul disturbo venatorio.
La l.r. 1/2017 voluta dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, che prevede sanzioni amministrative da 600 a 3.600 euro per chi disturba i cacciatori durante lo svolgimento dell’attività venatoria, è stata ritenuta incostituzionale in quattro punti.
Andrea Zanoni esulta
Andrea Zanoni, consigliere regionale (Pd) e vicepresidente della Commissione Ambiente, ha spiegato che il governo ha ritenuto la norma illegittima perché “individuava come illeciti amministrativi comportamenti di disturbo o di ostruzionismo delle attività venatorie e piscatorie, stabilendo al riguardo specifiche sanzioni amministrative, eccedendo così dalle competenze regionali.
“Esse invadono la competenza legislativa riservata allo Stato dall’art. 117, secondo comma, lett. h) e l), della Costituzione, in materia di ordine pubblico e di sicurezza, nonché in materia di ordinamento civile e penale.
“Tali previsioni regionali risultano inoltre contrarie ai principi di legalità, razionalità e non discriminazione rinvenibili negli articoli 25, 3 e 27 della Costituzione”.
Zanoni ha commentato esprimendo anche la sua soddisfazione perché “contro questa legge indecente, voluta da Berlato e promulgata da Zaia, ho condotto una strenua battaglia provvedendo a inviare, dopo la sua approvazione, un mio ricorso al governo affinché la impugnasse. Questo è un sonoro ceffone a Zaia e Berlato che continuano a promulgare e proporre leggi indecenti e incostituzionali”.
E Berlato risponde
Per Sergio Berlato, invece, “erroneamente il governo nazionale ritiene che la Regione del Veneto non possa imporre sanzioni amministrative, ritenendola una prerogativa statale.
“Ora il Consiglio regionale del Veneto, prima di approvare in via definitiva la legge che commina le stesse sanzioni amministrative a chi spara vicino alle abitazioni, dovrà attendere l’esito del contenzioso tra governo nazionale e Regione Veneto presso la Corte costituzionale”.
Nel mentre che si attende il pronunciamento della Corte costituzionale, la l.r. 1/2017 rimane comunque in vigore.