Valentina Turisini ci svela, in un’intervista, la proposta fatta all’Unione italiana tiro a segno: “Se a giugno saranno aperti i poligoni, si potrebbero fare le qualificazioni a luglio e agosto e le finali dei Campionati italiani a ottobre. Sarebbe un bel segno di ripresa e di vitalità!”
Valentina Turisini, durante il “distanziamento sociale” imposto dall’emergenza Covid 19, non ha smesso di lavorare per svolgere i molteplici compiti connessi ai suoi ruoli di direttore tecnico della squadra nazionale seniores e di rappresentante dei tecnici di tutte le discipline in seno alla Giunta del Coni. Tra relazioni da compilare e video conferenze con tecnici e atleti, abbiamo avuto con lei una lunga conversazione telefonica. Ci siamo sentiti all’inizio di maggio, appena partita la cosiddetta Fase 2. Valentina ci ha illustrato le sue opinioni, le proposte che si stanno valutando e le sue speranze per la ripresa dell’attività sportiva del Tiro a segno.
Fabrizio Nicoletta – La prima mossa del governo per consentire una ripresa dello sport è stata la possibilità (nonostante il rinvio dei Giochi al 2021) data agli atleti olimpici e di interesse nazionale di potersi allenare individualmente a porte chiuse.
Valentina Turisini – Le disposizioni che avevano teoricamente permesso l’allenamento degli atleti olimpici ci hanno un po’ illusi. Aprire una struttura, un poligono, una piscina o una palestra per fare allenare un singolo atleta è dispendioso e pone notevoli problemi organizzativi. Non è questa la soluzione: è necessario che riparta tutto lo sport. Gli atleti olimpici si alleneranno quando le strutture saranno aperte per tutti.
Purtroppo dovremo ancora convivere a lungo con il Covid 19. Sono stati valutati i rischi di una riapertura?
Il Coni ha lavorato con il Politecnico di Torino e la Federazione medico sportiva per avere una valutazione del rischio per tutti gli sport. Naturalmente il Tiro a segno è risultato fra quelli con il rischio più basso. Questo studio ha aiutato a distinguere le situazioni specifiche delle varie discipline. Nel decreto governativo, la generalizzazione fra discipline individuali e di squadra aveva creato una certa confusione. Nel nostro sport è relativamente facile mantenere la distanza fra un atleta e l’altro, e anche fra pubblico e atleti. Se dovessimo riprendere a giugno/luglio non vedrei una grossa problematica sanitaria nell’organizzare le gare. Vedremo quali saranno le disposizioni emanate e le procedure previste per l’utilizzo delle strutture, ma probabilmente è più rischioso andare a fare la spesa al supermercato che disputare una gara di Tiro a segno.
Il Tiro a segno potrà essere uno dei pochi sport che concluderanno la stagione con le finali?
Abbiamo inoltrato alla Federazione una proposta per disputare il Campionato italiano a ottobre. Qualora fosse permessa l’apertura delle strutture dal mese di giugno, potremmo organizzare le qualificazioni a luglio e agosto e le finali di Campionato in ottobre. Possibilmente il Campionato di tutte le specialità, oppure, in subordine, almeno quello per le specialità a 10 metri. Dovrebbero essere osservate norme abbastanza rigorose e purtroppo si dovrà limitare l’accesso del pubblico, ma sarebbe un bel segnale di ripresa e di vitalità.
Pensi che gli atleti si sentiranno sicuri o avranno timore a riprendere l’attività?
Il timore della ripartenza esiste. Soprattutto fra chi proviene dalle regioni più colpite; chi ha convissuto con la malattia e chi ha avuto familiari, amici, parenti colpiti dal Covid 19 è sicuramente molto più a disagio rispetto a chi non è stato in qualche modo coinvolto. C’è una grande differenza a livello psicologico. L’ho notato anche tra i più giovani. Conto, comunque, sulla capacità degli sportivi di superare abbastanza velocemente questa difficoltà. Ad aiutarli ci sarà anche la gran voglia di ricominciare.