Il governo svizzero chiede di procedere con la ratifica del Trattato sul commercio internazionale delle armi.
Un trattato internazionale funziona solo se non ci sono spazi vuoti. Ossia, in concreto, se viene applicato da tutti gli Stati. Quantomeno da chi è membro dell’Onu. Didier Burkhalter, componente del Consiglio federale della Svizzera per un altro mese, considera non del tutto soddisfacente l’applicazione del Trattato sul commercio internazionale delle armi da parte di 130 Stati: certo, «si tratta di un numero importante per un trattato ancora recente (il trattato è entrato in vigore nel 2014, nda)», ma il suo impatto «aumenterà in funzione del numero di Paesi che lo adotteranno». La Svizzera, in passato criticata da alcune ONG per aver proseguito il commercio in violazione del trattato, desidera un’applicazione «rigorosa ed efficace» del trattato, in particolare per diminuire le conseguenze nei confronti dei civili.
L’Arms Trade Treaty persegue due obiettivi principali: regolamentare o migliorare la regolamentazione del commercio di armi convenzionali e prevenire o eliminare il loro traffico illecito. Ginevra è la sede internazionale del segretariato dell’ATT.