Il tecnico pratese Lamberto Castellani, scomparso di recente, ha influenzato intere generazioni di tiravolisti italiani e stranieri, tra cui il fuoriclasse Giovanni Pellielo che lo ricorda con affetto.
Castellani ha saputo creare e affinare numerosi talenti sportivi tra cui il grande Giovanni Pellielo, atleta vercellese che si affidò nella sua primissima fase di apprendistato tiravolistico a Lamberto Castellani che contribuì a farne il fuoriclasse che è tutt’oggi.
Il ricordo di Johnny
“Il mio primo porto d’armi risale al 1988″ racconta Giovanni Pellielo; “nel novembre di quell’anno ho iniziato a fare attività. Poi nella primavera dell’anno successivo ho partecipato al mio primo raduno del settore Giovanile a Todi, quando ancora noi giovani del tiro a volo eravamo genericamente inquadrati nella qualifica Juniores, perché ancora non era stata definita quella suddivisione più accurata in diverse fasce di età come è avvenuto più tardi. Il mio primo contatto con Lamberto Castellani risale a quell’occasione: era lui a gestire tecnicamente il raduno insieme a Luciano Giovannetti, Alberto Di Santolo e Fabio Partigiani. Da quel momento con Lamberto c’è stato un contatto costante e posso affermare che la mia ormai lunga vicenda tiravolistica nei fatti ha esordito proprio con lui in occasione di quel raduno”.
“Uno dei più competenti”
“Sicuramente da parte di Lamberto c’è stato sempre un atteggiamento paterno nei miei confronti“ continua Pellielo; “e non è un caso che negli anni ci sentissimo sempre prima e dopo le gare, ma alle volte anche nel corso delle competizioni. Posso dire con certezza che Lamberto, che considero una delle persone più competenti che io abbia mai incontrato nel mondo del tiro a volo, con quel grande cuore che lo contraddistingueva ha saputo favorire un rapporto di grande fiducia reciproca. Da parte sua c’era grande convinzione nelle mie doti, ma c’era anche un grande affetto che ha favorito quel rapporto simbiotico che si è stabilito subito e che si è conservato nel tempo”.
“Anche negli ultimi anni ci sentivamo sempre per telefono il 31 agosto, che era il giorno del suo compleanno, oltre che a Natale e a Pasqua e almeno da due decenni ripeteva che ormai era anziano, anche se immagino che a quella dichiarazione non avesse mai creduto e si sentisse in realtà l’infaticabile maestro di sempre! Quello che ho sempre apprezzato davvero è la sua autenticità in ogni occasione: sia nei miei trionfi sia nelle mie difficoltà. Anzi, Lamberto, che con me è stato sempre persona autentica, diceva che le difficoltà servivano anche a un grande talento perché rappresentavano il modo migliore per produrre nuovi stimoli. E come sempre in materia di tiro a volo, lui aveva certamente ragione”.
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