Il sottosegretario Fazzolari chiarisce la propria posizione sulla possibilità d’insegnare il tiro a segno nelle scuole; La Stampa però rilancia.
Per buona parte della mattina s’è discusso dell’articolo della Stampa (l’ha firmato Ilario Lombardo) che, colto uno scambio di battute tra il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari e il generale Franco Federici, consigliere militare di Giorgia Meloni, ha dato conto della possibile apertura del governo all’insegnamento del tiro a segno nelle scuole.
Ma, intercettato dai cronisti politici fuori dai palazzi romani, Fazzolari ha smentito definendo la notizia come «totalmente inventata»; ha poi detto che nella Sala dei galeoni di Palazzo Chigi, dopo le dichiarazioni congiunte di Meloni e del primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, stava discutendo del modo in cui poter coinvolgere gli atleti iscritti ai gruppi sportivi militari nei corpi di cui portano le insegne e delle migliori strategie per ottimizzare l’addestramento di forze armate e di polizia. Per Fazzolari nelle scuole si devono prediligere sport più utili per la formazione fisica degli adolescenti; per tutto il resto, compreso il tiro di cui lui è appassionato – è a lui, all’epoca senatore dell’opposizione, che si deve la liberalizzazione del calibro 9×19 nelle armi corte destinate al mercato civile -, «ci sarà tempo quando saranno più grandi».
La Stampa però tiene la posizione. Massimo Giannini, direttore del quotidiano, ritiene infatti che Fazzolari «intenda smentire ciò che non è smentibile» e conferma «parola per parola l’articolo di Ilario Lombardo», che si è basato «su fonti sicure al cento per cento».
Le reazioni
Nel frattempo le opposizioni si sono accese. Il vicesegretario Pd Giuseppe Provenzano annuncia un’interrogazione parlamentare («A quando le adunate del sabato? Avete scambiato il governo del Paese per un’assemblea del Fuan?»); Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia viva al Senato, si augura «che la smentita corrisponda al vero, perché altrimenti saremmo di fronte all’assurdo: togliere la 18app e promuovere il tiro a segno nelle scuole». In linea i commenti di Sinistra italiana (per Fratoianni il governo vuole «fare un favore alla lobby delle armi») e del Movimento 5 Stelle.
E anche la maggioranza non si mostra compatta. Intervenuto su Radio Capital Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, si smarca definendo l’eventuale apertura «non particolarmente illuminata. Con tutto l’amore e il sostegno al tiro che è passione, sport e business, nelle classi porterei piuttosto l’educazione stradale».
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