La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello: lo riporta Repubblica.
Il Comune dovrà risarcire la famiglia di un vigile che si sparò con la pistola di un collega nel 2003. Lo segnala Repubblica, riportando una sentenza della Cassazione di pochi minuti fa. I giudizi del Palazzaccio hanno confermato la decisione della Corte d’Appello del 2015: il Comune è responsabile di non avere informato il vigile della situazione del collega che, depresso, aveva già manifestato intenzioni di suicidio e al quale era stata già ritirata l’arma di servizio. Per evitare il suicidio del vigile, il Comune avrebbe però dovuto prendere delle precauzioni ulteriori, come blindare gli armadietti e fare tutto il possibile perché le armi non fossero lasciate incustodite. Esclusa invece la responsabilità del vigile di cui era l’arma: non è stato possibile provare che fosse a conoscenza della situazione.