A poche ore dalla strage di Uvalde nella quale sono morte ventuno persone il presidente americano Joe Biden annuncia restrizioni sulle armi d’assalto.
«L’idea che un diciottenne possa entrare in un negozio e comprare due armi d’assalto è semplicemente sbagliata»: a qualche ora dalla strage di Uvalde nella quale Salvador Ramos ha ucciso diciannove bambini e due adulti, il presidente americano Joe Biden torna ad annunciare restrizioni sulle armi; soprattutto sulle armi d’assalto che, si chiede retoricamente, «a che cosa servono se non a uccidere qualcuno? I cervi non corrono nella foresta indossando un gilet di kevlar».
Biden ritiene che l’industria delle armi abbia delle colpe evidenti: «Ha trascorso le ultime due decadi a pianificare un marketing aggressivo sulle armi d’assalto che le valgono i profitti maggiori»; ora però gli Stati Uniti devono avere il coraggio di affrontarla e di non farsi condizionare dalle sue esigenze commerciali. La stessa posizione va tenuta nei confronti dell’Nra, che peraltro tra un paio di giorni apre la propria convention nazionale proprio in Texas. Il Paese, prosegue Biden, «deve avere il coraggio di chiedersi come mai stragi di questo genere raramente accadano altrove»; e come fare per prevenirne il più possibile.
Negli ultimi dieci anni, da Sandy Hook a Uvalde, Biden ha censito più di 900 eventi tragici (evidentemente non solo sparatorie di massa) legati alle armi da fuoco nelle scuole; la lista cresce se ci si aggiungono teatri, luoghi di culto e negozi. «Ho trascorso la mia carriera di senatore e vicepresidente» chiude Biden «lavorando per far approvare leggi di buonsenso sulle armi; non possiamo prevenire ogni tragedia, ma possiamo avere un impatto positivo: quando vietammo le armi d’assalto, le stragi di massa diminuirono; invece triplicarono quando la legge sparì».
Aoc contro le contraddizioni dei Repubblicani
Biden non è stato l’unico a esprimersi sulla questione nelle ore tragiche che hanno seguito la sparatoria. Alexandra Ocasio-Cortez, il volto più noto dell’ala sinistra dem, ha infatti segnalato la contraddizione tra «essere pro-life (il riferimento è alle restrizioni all’aborto promosse dalla destra americana, ndr) e sostenere leggi che consentono che i bambini siano uccisi nelle scuole, le persone nei negozi, i fedeli nelle chiese». Non si tratta altro che «dell’idolatria della violenza; e deve avere fine». Sotto accusa c’è il governatore texano Greg Abbott e la legge che dal 1° settembre 2021 ha abolito molti limiti al porto d’armi in pubblico.
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