L’Anpam ha interrogato le proprie associate sulla sostenibilità ambientale del settore armiero.
Il 56% degli scarti di produzione e dei semilavorati è riciclato o riutilizzato nel corso del processo produttivo: è una delle voci che registra quanto stia crescendo il tasso di sostenibilità ambientale del settore armiero italiano; l’ha analizzato l’Anpam, l’associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni, sfruttando l’occasione offerta da Futura Expo per sottoporre un questionario alle imprese associate.
Oltre al dato sul riciclo è venuto fuori che il 48% dei fornitori è localizzato nel raggio di 25 chilometri dagli impianti; l’Anpam nota che se così tanti si trovano vicini alle industrie di riferimento è possibile «sia proteggere e stimolare l’occupazione locale sia ridurre l’impatto ecologico del trasporto su strada, la carbon footprint e l’inquinamento acustico». Peraltro i materiali che arrivano dall’estero sono esigui: si trova sul territorio nazionale circa l’85% dei fornitori.
Di tutta l’energia che utilizza il settore armiero italiano trae circa il 30% da fonti rinnovabili; e il 45% dei fondi destinati a ricerca e sviluppo è investito per ottenere sistemi produttivi e materiali ecocompatibili.
Dal questionario emerge infine che quasi tutte le aziende del settore (93%) erogano ai dipendenti prestazioni di welfare (assicurazioni integrative; budget per formazione e sviluppo; convenzioni per attività sportive; asili nido), per cercare di migliorare il loro benessere e il clima lavorativo.
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