Alleanza Popolare e l’Italia dei Valori lavorano insieme per modificare il disegno di legge sulla legittima difesa presentato dai democratici.
Sono così diversi che più diversi non si può. Eppure, chissà se potrà essere l’abbraccio tra gli alfaniani di Alleanza Popolare e l’Italia dei Valori, che ha raccolto più di due milioni di firme tra i cittadini ma ha solo tre senatori in parlamento, a dare una sterzata alle modifiche della legge sulla legittima difesa. Di sicuro le cronache delle prossime settimane si affastelleranno di commenti e opinioni. E di sicuro non tutti avranno lo stesso peso e la medesima portata. Però ci pare significativa la sinergia tra il partito ministeriale per eccellenza e chi al momento è fuori dalla Camera.
La sinergia tra Alleanza Popolare e Italia dei Valori
«Chi si difende in casa dai ladri non deve mai essere processato». Sono le parole d’ordine fatte risuonare da Angelino Alfano, ministro degli Esteri, ed Enrico Costa, titolare del dicastero per gli Affari regionali. Alleanza Popolare reclama la legge entro fine legislatura, anche se si dice perplessa sulla posizione del Pd. È proprio il partito di maggioranza relativa, che esprime anche il Guardasigilli Andrea Orlando, lo scoglio principale alla riforma. È andato a vuoto il summit con Anna Finocchiaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, e col sottosegretario Luciano Pizzetti. Il Corriere della Sera riporta le sensazioni di Costa che conferma «le distanze all’interno della maggioranza». Anche perché Davide Ermini (Pd), relatore della legge, non cede sulla presunzione automatica di legittima difesa.
La legge è in discussione alla Camera, ma Ap presiede la Commissione Giustizia del Senato con Nino D’Ascola. E D’Ascola spinge per la riforma, chiedendo l’eliminazione del “grave turbamento” dalla proposta del Pd. Perché non ci possono essere gradazioni nel turbamento. E perché le cause di giustificazione della legittima difesa «devono cogliere i processi di trasformazione interni alla società».
Ignazio Messina, segretario dell’Italia dei Valori, sottolinea che il ddl del Partito Democratico non agevola il cittadino, «ma ne aggrava la posizione. Perché chi si difende dovrà dimostrare di aver agito per aver subito un grave turbamento psichico». Poi la promessa. «Se il Pd si vuole divertire alla Camera, faccia pure. Noi lo aspettiamo al Senato». Senza considerare però che la legislatura è agli sgoccioli. Quanto conterà il tema nella prossima campagna elettorale? A occhio la scommessa non è neppure quotata dai bookmaker.