Il Tar della Campania s’è espresso sulle possibili conseguenze che una separazione coniugale burrascosa può produrre sulla licenza di detenzione di armi.
Anche se contestualizzata in un rapporto in crisi, priva di conseguenze penali e addirittura ritirata, una querela durante una separazione coniugale complicata può portare alla revoca della licenza per detenzione di armi. Lo ha deciso il Tar della Campania (sentenza 4205/2023) respingendo il ricorso presentato contro la prefettura da un uomo che cinque anni fa si stava separando dalla moglie.
A prescindere dalla rilevanza penale, la condotta aggressiva deve infatti essere considerata nella sua oggettività; e né la decisione del giudice penale né la remissione della querela eliminano «dal piano storico e fattuale», escludendo che si siano verificati, i comportamenti e le circostanze «ritenuti rilevanti».
È lecito pertanto temere che si sia in presenza di «una personalità incline all’impulsività in situazioni critiche, e dunque incapace di dare adeguate garanzie di non abusare delle armi», rischio troppo grave per «l’ordine pubblico e la tranquilla convivenza della collettività».
Incidentalmente il Tar ricorda che sono diversi i requisiti su cui si basano il giudizio penale e una decisione amministrativa: nel primo è sufficiente il ragionevole dubbio per evitare una condanna; nel secondo è necessaria «la palese irragionevolezza» per ribaltare una decisione negativa.
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