La Savage B22 Fv Ss cal. .22 Lr è una carabina che, anche se offerta a un prezzo molto conveniente, specie se abbinata al cannocchiale Bushnell della nostra prova, non rinuncia a nulla in fatto di precisione e resa balistica sulla canonica distanza dei 50 metri.
Creatore di armi robuste
Tra i produttori d’Oltreoceano il marchio Savage (importato in Italia da Bignami) ha avuto per anni la fama di creatore di armi robuste e precise, offerte a un prezzo molto accattivante, con qualche rinuncia sul piano dell’estetica e della piacevolezza dei materiali. Pochi fronzoli, insomma, come piace agli americani, notoriamente più pragmatici di noi europei. Da qualche anno, però, la maturazione del brand ha portato a una maggior ricercatezza anche nell’estetica e con risvolti piacevoli anche nell’ergonomia delle armi.
Primo contatto con la Savage B22 Fv Ss
L’aspetto della B22 è decisamente appagante: almeno a una prima occhiata, sembra una carabina di calibro più “importante” rispetto al piccolo .22 Lr. Merito anche della canna di tipo pesante che promette sessioni lunghissime alla linea di tiro, limitate dalla sola quantità di munizioni a disposizione.
Anche la calciatura polimerica ha un aspetto riuscito, anche se al tatto a qualcuno potrebbe apparire di qualità leggermente cheap rispetto ad altri polimeri più gommati. Il vantaggio consiste nell’avere una carabina in grado di resistere agli strapazzi dei tiratori più distratti; non dimentichiamo, infatti, che il .22 Lr negli Usa è impiegato anche per la caccia ai nocivi: ciò spiega la ricerca della massima resistenza.
Il manubrio dell’otturatore è in un unico pezzo e, già dalle prime manovre, appare molto scorrevole. Un’occhiata alle scritte incise sulla parte sinistra della canna mostrano che l’arma è stata costruita in Canada e, poi, importata negli Usa.
Ciò non deve stupire perché, anche se Savage è statunitense (nacque nel 1894 in Utica, New York), negli anni Novanta del secolo scorso ha inaugurato uno stabilimento per la produzione di tutti i fucili calibro 22 in Canada (Lakefield, Ontario).
Meccanica funzionale
Al centro del sistema troviamo la tradizionale azione tubolare con l’otturatore girevole-scorrevole che, nel movimento di apertura del manubrio (sollevandolo dalla posizione di chiusura), arma il percussore che arretra comprimendo la molla e restando trattenuto dal dente di scatto: lo fa attraverso un piolo che impegna lungo un piano inclinato la scanalatura di scorrimento del manubrio stesso.
Il percussore in realtà è costituito da una massa battente inserita in una fresatura a ore 12 dell’otturatore e lasciata scoperta per contenere i costi senza compromettere il funzionamento; una “C” in acciaio trattiene in sede il percussore insieme con i due estrattori contrapposti (ore 3 e 9) che “pinzano” il bossolo (come le chele di un granchio) e lo estraggono dalla camera di cartuccia.
Come segnalatore visivo e tattile di arma carica, un cilindretto protrude dal foro ricavato all’estremità posteriore dell’otturatore quando il percussore è armato. All’azione, nella parte anteriore, è avvitata la canna: nel nostro modello è di tipo pesante, lunga 21”, cioè 533 mm, e presenta una rigatura con classico passo di 1:16”. La novità della B22 è nel controdado di serraggio che è concentrico alla canna e posto davanti all’azione.
Lavorando con munizioni rimmed (con orlo sporgente), non contribuisce a mantenere il corretto head space (la distanza tra la faccia dell’otturatore e il punto della camera in cui va in battuta la cartuccia), ma uniforma il modello alla linea delle centerfire di Savage (tutte dotate di controdado).
Infine, la volata presenta una svasatura a protezione della porzione finale delle rigature della canna.
Caricatore a rotazione
Una delle innovazioni più evidenti nella famiglia delle B22 è il caricatore. Non abbiamo più infatti il classico caricatore monofilare sporgente, ma un modello a rotazione in grado di ospitare 10 colpi. Il vantaggio è che non sporge dalla calciatura della carabina: il profilo è dunque più filante e non presenta alcun ostacolo con un rest o un appoggio nel tiro sportivo.
Lo scotto da pagare è una – solo iniziale – maggior difficoltà nel riempimento che sparisce una volta appreso come deve essere effettuato. Il caricatore ha corpo polimerico e integra il sistema di ritegno: è rappresentato da una linguetta polimerica posta nella parte anteriore che va tirata per estrarre il caricatore.
Nella parte posteriore troviamo un dente che contrasta con una molla posta nella parte interna del bocchettone, e favorisce la fuoriuscita del caricatore quando si svincola il ritegno anteriore.
Mire assenti
La B22 non monta mire tradizionali; e forse è un bene, perché avrebbero rovinato – spezzandola – la bella linea dell’arma, considerato che, in dei conti, sarà sempre impiegata con un’ottica da puntamento.
Ecco perché la carabina è dotata di due basette Weaver, sulle quali abbiamo montato un Bushnell Prime 4-12×40 (275 euro) fornitoci da Bignami che distribuisce entrambi i marchi.
Grilletto con sicura
Su tutte le Savage siamo abituati a trovare lo scatto Accutrigger: la B22 non fa eccezione: il grilletto incorpora la classica leva centrale che ne impedisce qualsiasi movimento se non viene premuta intenzionalmente. Basta pochissimo per prendere confidenza: la pressione sulla leva dell’Accutrigger diventa una sorta di precorsa, per passare poi al grilletto a un tempo solo, leggero e preciso.
L’Accutrigger consente a Savage di proporre le sue carabine con pesi di sgancio dello scatto impensabili altrimenti nel mercato statunitense facile alla class action. Sulla nostra B22 abbiamo invece misurato un valore sorprendente di 638 grammi: un plus considerevole per la precisione nel tiro lento mirato.
Trovate la prova completa della Savage B22 Fv Ss nel fascicolo di aprile di Armi Magazine, in edicola.