L’idea era stata presentata da Emanuele Sabatti all’Iwa 2014, su un altro fucile; adesso l’armamento manuale è realtà anche su un fucile da beccacce, il Sabatti Grifone A.M. calibro 12.
Avevo apprezzato il sistema di armamento manuale su un fucile sovrapposto Sabatti in occasione della’Iwa 2014; adesso lo ritrovo su un fucile di serie, il Grifone A.M., laddove le due lettere puntate stanno ad indicare proprio l’Armamento Manuale.
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Il Grifone A.M. è un fucile certamente concepito per una caccia specialistica quale quella alla beccaccia, ma non solo: l’esemplare in prova dispone di un sistema di puntamento della Konus, denominato Px-S1000 estremamente interessante e che rende l’arma idonea per un utilizzo su altre specie animali cacciabili con il cane da ferma e anche per… il cinghiale! Ma andiamo con ordine: il Sabatti Grifone A.M. è un fucile molto compatto, quasi minimal: la lunghezza delle canne è di soli 50 cm, cosa che rende l’arma quasi simile ad un giocattolo. Ma un giocattolo non molto gradito dai vari selvatici. Sul lato destro di bascula riscontriamo leggere incisioni floreali e una scena di caccia con un drappello sparuto di anatre (codoni) in volo… sul lato sinistro una coppia di colombacci in volo su ambiente cespuglioso e le solite incisioni floreali.
Le incisioni (eseguite dalla ditta Ri.Pa. di Gardone Val Trompia – Bs) sono ben eseguite e non sfigurano sulla bascula argento vecchio. Bascula che – fra l’altro – appare solcata da un tratto curvilineo gradevole che spezza e divide le sezioni incise; una sorta di scalfatura piacevole. Altrettanto piacevole la finitura delle conchiglie, tirate lucide. Il petto di bascula appare inciso con motivi floreali e reca il simbolo aziendale, mentre il nome del costruttore viene riportato su lati di bascula. Il legno di noce di qualità standard è però abbellito con la tecnica Optowood, in grado di ricreare con il laser venature appariscenti su un legno di qualità non eccelsa. L’impugnatura è ovviamente a pistola (ben conformata) e l’astina (che presenta lo stesso procedimento di arricchimento delle venature utilizzato per il calcio) possiede un comando di sgancio, inserito in uno apposito scasso del legno situato sulla parte ventrale dell’astina stessa (ben rifinito).
Di buon livello anche l’incassatura, considerando la classe del prodotto e la sua tipologia industriale. Lo zigrino, laserato, appare grippante il giusto e non reca fastidio alle mani. L’astina ha una conformazione non esilissima, ma – dal momento che il fucile nasce per certe tipologie di caccia e non per altre – appare assolutamente confacente all’uso previsto. Anzi, imbracciando in rapidità e sparando velocemente, si apprezza la saldezza della presa. Il calciolo è realizzato in plastica, sottile e provvisto di una zigrinatura per un saldo appoggio alla spalla del cacciatore.
La minuteria è brunita e l’ampio ponticello alberga una coppia di grilletti correttamente posizionati e conformati. Come i lettori sapranno, la mia scelta cade sempre su un classico bigrillo, anche se in questo fucile la presenza di due canne cilindriche ne limita – di fatto – l’utilizzo. Le magliette porta cinghie sono montate; la posteriore in posizione classica sul calcio, l’anteriore montata lateralmente (parte di sinistra) alle canne (sui bindellini laterali). Questi ultimi sono pieni e contribuiscono a rendere un’immagine compatta del Grifone A.M.
Meccanica, canne e… sistema di puntamento
Dal punto di vista meccanico, la principale peculiarità del Grifone A.M. è l’armamento manuale che riscuote, almeno da parte mia, enormi consensi per la grande sensazione di scurezza che deriva dal suo utilizzo. La possibilità di limitare gli spari accidentali praticamente a zero (a meno che non vi sia una scorrettezza di utilizzo) è molto importante. Ma come funziona il meccanismo di armamento manuale? Il cursore semplicemente aggancia la slitta sulla coda; spingendolo in avanti si caricano le molle e i cani sono pronti allo scatto. Quando invece porto indietro il cursore, scarico completamente le molle e i cani sono in posizione di riposo. A fucile armato, viene a trovarsi scoperta sulla codetta una vite a croce non esaltante per bellezza, ma è un dettaglio sul quale possiamo tranquillamente sorvolare.
La bascula è in acciaio cementato e temprato; precisa in tal senso la scelta del costruttore di non “rischiare” debolezze di sorta nel congegnare il suo meccanismo. Acciaio su acciaio, dunque; tanto più che il peso finale dell’arma (viste anche le ridottissime dimensioni) non ne risente affatto. Stiamo infatti parlando di un peso che alla bilancia ferma l’ago a circa 2,8 kg, quindi facile da portare nel bosco in virtù della leggerezza e dell’estrema maneggevolezza. Capitolo chiusura: non si scappa dalla classica “gardonese”, a tassello basso su ramponi, garanzia di semplicità e funzionamento impeccabile. Per chi non lo ricordasse, fu proprio la Sabatti (ai tempi si chiamava Fias) a proporre tale soluzione negli anni ’70. Le canne cortissime, in acciaio al cromo molibdeno, rettificate, lappate e cromate internamente, presentano camera di scoppio magnum (76 mm) e sono saldate sul monobloc.
I tubi presentano inoltre una finitura sabbiata della superficie esterna, soluzione idonea all’utilizzo in ambiente boschivo oltre che piacevole alla vista. L’estrazione è manuale (ma non si sente la mancanza di un comando automatico). Non è presente la bindella superiore, in quanto possiamo apprezzare soltanto un accenno iniziale nei pressi della culatta e una porzione terminale nei pressi del mirino (rampa), dove troviamo infine un pezzo di fibra ottica di colore rosso, molto ben visibile anche in condizioni di luce scarsa e fioca. Nel nostro Grifone A.M. in esame era montato il dispositivo di puntamento dell’italianissima Konus, denominato Px-S1000. Di che si tratta? Di una lunga fibra ottica di colore rosso/arancione montata su una basetta metallica (posizionata sulla parte prossimale della bindella) che, raccogliendo la luce ambiente, la proietta verso una lente; se guardiamo attraverso il dispositivo di puntamento, notiamo un cerchio rosso e un puntino centrale.
In pratica, il cerchio rosso visibile sulla lente indica l’ampiezza della nostra rosata, mentre il punto centrale serve più che altro per indicare il punto di impatto quando stiamo sparando cartucce a palla. Sembra difficile da descrivere/comprendere, ma il tutto – fatto un minimo di esercizio – appare facile e istintivo. Mirando ad occhi aperti, la lente ci fornisce un’indicazione della nostra rosata, e risulta intuitiva nell’impiego pratico perché accanto al cerchio rosso c’è ancora margine di campo inquadrato. In caso di involo di un animale, quando puntiamo istintivamente le canne in direzione del selvatico, inquadreremo una certa porzione di terreno (o spazio); se in quella porzione compare la beccaccia e spariamo, l’animale è… spacciato.
Naturalmente vi consiglio di provare il dispositivo preventivamente su piattelli molto ravvicinati (per via della ridotta lunghezza di canne abbinata alle strozzature cilindriche, che riducono la distanza utile di tiro), in modo da prendere dimestichezza. Ma vi assicuro che la cosa è fattibile. E con un minimo margine di errore; la rosata va esattamente dove vedete il cerchio rosso sulla lente. Ma la fibra ottica è in grado di illuminare sempre la lente? Si, poiché è “autoregolante”, vale a dire che proietta più o meno luce a seconda delle condizioni ambientali di illuminazione. L’ho provato in ambienti bui e molto luminosi, riuscendo a percepire il cerchio rosso sulla lente senza esitazioni.
Anche passando da un puntamento al buio e poi repentinamente verso il cielo (due condizioni opposte di luce e quindi le più critiche). A me è piaciuto. Essendo un purista o supposto tale, non so se lo monterei sui miei fucili, ma è innegabile che possa fornire un certo aiuto nel condurre efficacemente la fucilata. Se non vi avvarrete di questo Px-S1000, il vostro Grifone A.M. vi aiuterà comunque nel puntamento, grazie ad una tacca di mira intermedia con due riferimenti in fibra ottica di colore verde entro cui far collimare la fibra ottica di colore rosso del mirino terminale. Né più, né meno di quanto avviene per altri fucili adoperati per la caccia a palla.
Da Armi Shop febbraio 2016 – © Simone Bertini
Sabatti Grifone A.M. calibro 12
Produttore: Sabatti s.p.a., tel. 030 8912207, www.sabatti.it
Modello: Grifone A.M.
Calibro: | 12 | |
Camera di cartuccia: | 76 mm (3”) | |
Tipologia d’arma: | fucile da caccia a canne sovrapposte | |
Sistema di chiusura: | gardonese, a tassello basso su ramponi | |
Bascula: | in acciaio cementato e temprato | |
Finitura/incisione: | a laser con scene di caccia e volute floreali | |
Canne: | in acciaio trilegato | |
Lunghezza canne: | 50 cm | |
Strozzature: | cilindrica sia per la prima, sia per la seconda canna | |
Estrazione: | manuale | |
Bindella: | non presente; troviamo una rampa nella parte prossimale e una nella parte terminale delle canne | |
Grilletto: | bigrillo | |
Mirino: | in fibra ottica di colore rosso, da collimare con i due riferimenti (anch’essi in fibra ottica, ma di colore verde) sulla tacca di mira | |
Sicura: | ad armamento manuale dei percussori, situato sulla codetta di bascula | |
Calciatura: | in noce con finitura laser (Optowood), a pistola. Calciolo in plastica | |
Peso (appross.): | 2,800 kg circa |