Un’arma della più classica tradizione mitteleuropea per la caccia agli ungulati di pregio, completamente rivisitata e reinterpretata grazie a un’idea di Giuseppe Rizzini. Vediamo come va…
Il Rizzini Kipplauf RK1 è stata presentato alla scorsa edizione di IWA, a Norimberga, ma abbiamo dovuto aspettare non poco per provarlo, complici una messa a punto dei minimi dettagli e particolari che non potevano essere trascurati. Giuseppe Rizzini, figlio del titolare Battista fondatore dell’omonima azienda, ha voluto interpretare in modo originale il concetto di kipplauf, arma legata alla più profonda tradizione mitteleuropea fra gli strumenti atti a insidiare la selvaggina pregiata.
Il Kipplauf (per definirlo alla tedesca), all’italiana monocanna basculante rigato, è un’arma non particolarmente diffusa sul particolare ed esigente territorio nazionale; nella caccia agli ungulati gli italiani sono più abituati a maneggiare carabine a otturatore girevole-scorrevole (bolt action) o semiautomatiche. Eppure qualcosa sta cambiando pure in questo campo: abbiamo notato un certo proliferare delle proposte, anche italiane, in un campo da sempre dominato da realizzazioni austriache e tedesche.
Ci deve essere pure un motivo se numerosi cacciatori europei preferiscono un kipplauf sulla loro spalla. Certo, disporremo soltanto di un colpo, ma ciò aumenta e nobilita il concetto di caccia, non lo diminuisce o lo sminuisce. Un colpo soltanto, tirato con la massima cura possibile previo un avvicinamento ottimale al selvatico; un colpo solo, una sfida fra il selvatico e il cacciatore magari sulle vette montane. No, non c’è niente che non vada in un kipplauf: ma va costruito bene, onde evitare di sprecare quell’unica possibilità.
La rivoluzione di Rizzini
Se ci fermiamo a osservare le armi straniere, noteremo sovente una profusione di legni pregiati e incisioni sopraffine, spesso commissionate dal cliente a raffigurare la preda più ambita. Giuseppe Rizzini ha avuto un’idea geniale.
Perché non rivoluzionare il concetto stesso del kipplauf e proporlo al pubblico in una veste diversa, certamente audace nell’accostamento cromatico? Perché non sostituire il classicissimo acciaio per la bascula con un moderno Ergal, facendo risparmiare qualche etto laddove non è strettamente necessario?
Voilà, parafrasando una nota pubblicità televisiva, ecco l’RK1, acronimo per indicare Rizzini Kipplauf 1, il primo della serie che già da subito si presenta articolata in quattro versioni, per la gioia di chi si sente eternamente indeciso:
possiamo scegliere fra l’RK1 propriamente detto e oggetto della prova descritta; l’RK1 Eco con legni di noce di qualità standard verniciati opachi; l’RK1 Black con legni di noce di qualità standard rivestiti con soft touch di colore nero; e l’RK1 Camo con legni di noce di qualità standard rivestiti con soft touch camouflage.
A livello personale indubbiamente la versione in prova è la più accattivante, ma non si stenta a credere che anche le altre, dal prezzo inferiore e dalle finiture più adatte a un uso intenso dell’arma, possano trovare spazio nel cuore degli appassionati.
Contrasti gradevoli e reazioni composte
Guardando l’RK1, la prima cosa che colpisce gli occhi è indubbiamente il colore della bascula; la provocazione è data da un bel verde scuro frutto di un’anodizzazione. Mai visto niente di simile su un’arma del genere, ma sta bene. C’è sempre una prima volta e dobbiamo riconoscere come la colorazione scelta per la bascula in Ergal dell’RK1 sia appropriata, anche perché il colore verde contrasta efficacemente con l’acciaio dei perni di rotazione e anche con un altro paio di pin in acciaio nonché con la doratura del grilletto e la brunitura scura della chiave di apertura e del comando di armamento manuale.
Sul modello in prova, molto vicino a quello definitivo, il grilletto era brunito nero, più discreto e opportuno. Sono dorate anche le scritte Rizzini sui due lati di bascula e la scritta identificativa del modello R1K sul petto di bascula. L’anodizzazione, oltre alle citate funzioni estetiche, ha anche il compito tecnico di proteggere l’arma da urti e sfregamenti, all’ordine del giorno durante una caccia in montagna. Le misure della bascula sono 36,8 mm posteriormente e 34 mm anteriormente, con un’altezza di 55,6 mm. Bello il ponticello, anch’esso in Ergal, dalla piacevole forma rotondeggiante; alberga un grilletto con una pala ben conformata e piuttosto facile da raggiungere.
In posizione anteriore, sempre all’interno del ponticello, si nota il pulsantino per lo svincolo del blocchetto di chiusura. Naturalmente il kipplauf si apre come un qualsiasi altro basculante, vale a dire con la chiave di apertura situata in posizione classica. La palmetta della chiave è liscia ma cade naturalmente sotto il pollice; teniamo anche conto che, grazie al particolare sistema di cui gode l’RK1, è possibile tenere il fucile con la cartuccia in camera di scoppio, ma totalmente inerte, almeno finché non lo armiamo. Sulla testa della chiave notiamo ancora un’incisione, la scritta R1K, con la cifra al centro delle due lettere, come sul petto di bascula. Pur tuttavia il fucile si chiama RK1. L’incisione non è molto visibile e forse acquisterebbe maggior evidenza se fosse dorata anch’essa. Bella la calciatura: l’arma era dotata di un legno di noce di grado 2,5 attribuito dall’azienda ma piuttosto veritiero, lucidato a olio, con venature calde e correttamente orientate per favorire lo scarico lineare del rinculo.
Il calcio è a schiena d’asino, con guancialino a goccia allungata che si rivelerà comodo nell’uso pratico. A completare il tutto un calciolo in gomma piena da 15 mm, più che sufficiente a contenere le reazioni mai scomposte dell’RK1. Calcio destro o sinistro sono realizzati senza supplemento su richiesta del cliente. La lunghezza totale del calcio dal grilletto è settata di fabbrica a circa 370 mm; l’impugnatura è naturalmente a pistola, di foggia allargata, e consente una presa efficace da parte della mano forte.
L’astina è di foggia sottile e rastremata verso la parte apicale, con tanto di becco d’anatra (schnabel) che ne ingentilisce ulteriormente l’aspetto. La zigrinatura si estende per quasi tutta l’astina, favorendo l’appoggio della mano debole per diverse posture di tiro. Lo zigrino è a forma di squama di pesce, piacevole da vedere e grippante il giusto, senza che per questo risulti fastidioso nell’uso.
Lo sgancio dell’astina è affidato a un comando a pompa inserito sulla parte ventrale della stessa, accolto in una losanga ben definita e rifinita. L’incassatura risulta di buon livello in tutte le parti visibili.
Precisione garantita
Il basculante monocanna rigato della Rizzini è declinato in diversi calibri: .222 Remington, .243 Winchester, .270 Winchester, .308 Winchester, .30-06, 6,5x57R, 7x65R, .30 Blaser, 8×57 JRS, 9,3x74R, .270 Weatherby Magnum, 7 mm Remington Magnum. È una scelta in grado di accontentare chiunque.
L’esemplare in prova era calibrato per il 6,5x57R, ottima opzione per capriolo e camoscio, per esempio. Le canne, satinate antiriflesso, sono lunghe 60 o 65 cm (a seconda dei calibri, ovviamente) e sono dotate di filettatura per l’applicazione di freni di bocca. La slitta porta accessori è a scelta del cliente, da 12 o da 17 mm per l’applicazione di ottiche o accessori. Sull’esemplare in prova erano montati degli attacchi Contessa. Il lancio definitivo dirimerà alcuni quesiti in sospeso, tra cui proprio la tipologia di slitta disponibile o il produttore delle canne, scelte sempre e comunque fra produttori esteri di rinomata qualità.
Le mire (opzionali, ma presenti sull’esemplare in prova) sono rappresentate da una classica foglia di mira con riferimenti laterali di collimazione in fibra ottica di colore giallo e punto centrale in fibra ottica di colore rosso, entro cui far coincidere il mirino (regolabile) in fibra ottica rossa montato su rampa. Chi desidera avvalersi delle mire metalliche deve prevedere circa 250 euro di spesa per una realizzazione accurata, con mire flottanti inserite a coda di rondine e non saldate sulla canna.
La chiusura è del tipo Jaeger con blocchetto in acciaio cementato e temprato a forma di L; se qualcuno aveva immediatamente storto il naso all’idea di un kipplauf con bascula in Ergal anziché in acciaio, nonostante che vi siano esempi di gran nome fra le ditte straniere, lamentando una ipotetica debolezza dell’insieme, eccolo servito. Tutto lo sforzo viene caricato sul blocchetto e sul monobloc, mentre il resto ha funzione (quasi) meramente di sostegno all’insieme. Naturalmente ogni canna ha un blocchetto dedicato, per concepire il RK1 come un vero e proprio sistema d’arma. Sarà così possibile disporre di una sola azione e di un numero a piacere di canne e calibri diversi.
Ad arma chiusa, il rampone posteriore del monobloc si impegna nell’apposita mortisa rettangolare del blocchetto, mentre la porzione circolare dello stesso va a otturare la camera. Il rampone anteriore del monobloc va ad agire sul perno di rotazione della bascula; poco più avanti c’è ancora un perno in acciaio che, tramite una regolazione del tiraggio operato sull’astina, determina l’unico punto di contatto. La canna risulta così totalmente flottante e libera da tensioni a vantaggio della precisione al tiro. Il blocchetto di chiusura è trattenuto in situ da una molla, si impegna anteriormente in basso su un perno e dietro è tenuto fermo da un risalto azionato dalla chiave di apertura; porta ovviamente il percussore fermato da uno spinotto. Per estrarre il blocchetto, operazione piuttosto semplice e rapida, dopo aver rimosso la canna si deve aprire completamente il basculante, spingendo la chiave in posizione di massima apertura, e agire sul perno sporgente a fianco della guardia.
Molto ben lavorato il monobloc che accoglie la canna ed è deputato alla chiusura, di concerto con il blocchetto. La sua parte posteriore presenta una tasca a semicerchio che accoglie il risalto semicircolare superiore del blocchetto. L’RK1, alla stregua di altre realizzazioni del genere (vedi Blaser), viene armato manualmente, tramite spostamento in avanti del cursore situato sulla codetta di bascula. L’operazione risulta veloce e pratica; offre il vantaggio già descritto del poter disporre di un’arma carica in tutta sicurezza, armandola soltanto quando si decida il tiro e offe l’impagabile feature di poter scaricare immediatamente l’arma qualora si rinunci.
Bisogna ricordarsene, certo, ma lo spostamento all’indietro del cursore è abbastanza silenzioso (meglio se accompagnato) e di indubbia efficacia pratica. Il cursore si trova a portata di dito e non bisogna effettuare contorsionismi per azionarlo, risultando di utilizzo immediato anche traguardando con l’ottica. L’estrattore manuale è provvisto di un lungo stelo in acciaio.
La prova di tiro
Il test pratico si è svolto nel poligono di Gardone Val Trompia (BS), sparando a 100 metri con cartucce commerciali Dynamit Nobel RWS soft pointed bullet da 93 grani. L’arma era corredata di un’ottica DO Titanium 2,5-15×56 HD SF, della ditta polacca Delta Optical (importata dall’armeria Barbuto – Pn).
I 6x dello zoom dell’ottica (tubo da 30 mm, reticolo tipo 4A illuminato, garanzia di dieci anni) permettono di lavorare egregiamente anche a grandi distanze, unitamente al buon diametro della lente frontale che la rende eccellente in condizioni di luce fioca. Un’ottica da riprovare, certamente.
Nonostante la scarsa precisione dell’autore e la luce oramai calante, i risultati non sono male. Lo scatto, con lo sgancio settato di fabbrica a circa 600 grammi (altri valori sono possibili, su specifica richiesta del cliente) risulta decisamente buono. Egregio il comportamento complessivo dell’arma allo sparo, del tutto dominabile dal cacciatore.
Per cacciatori rigorosi
Abbiamo già detto che l’utilizzo di un kipplauf comporta un ragionamento a priori: quello di saper gestire la propria cacciata in modo rigoroso, diverso se vogliamo. Saper rinunciare al tiro se le condizioni non sono ottimali, sapendo di poter contare su un colpo solo. Ma il kipplauf offre una leggerezza senza pari, se è vero che il Rizzini Kipplauf RK1 fa fermare l’ago della bilancia sotto i 2,8 kg (piccole variazioni si possono avere in funzione dei calibri e della lunghezza di canna). Comodità di trasporto per una faticosa giornata di caccia in montagna, eccellenti qualità balistiche e sicurezza ai massimi livelli sono gli altri plus di un’arma che non mancherà di appassionare i cacciatori italiani, oltre a quelli europei, oramai pienamente maturi per questa tipologia di arma. L’ampia scelta di calibri e la versatilità del sistema canna sono un altro punto a favore dell’RK1. Per gli irriducibili del volume di fuoco elevato, beh, questo articolo non fa per voi. Il colore verde? A nostro modo di vedere, una felice intuizione che riesce a coniugare la modernità del trattamento con la classica impostazione dell’arma. Ben fatto.
Rizzini Kipplauf RK1
Produttore: BR Rizzini
Modello: RK1
Tipo: monocanna rigato basculante
Chiusura: tipo Jaeger con blocchetto a L
Calibro: 6,5x57R
Lunghezza canna: 600 mm
Estrattore: manuale
Organi di mira: opzionali, mirino registrabile
Sicura: armamento manuale
Materiali: in noce grado 2,5 finito a olio, calciolo in gomma piena da 15 mm
Finiture: anodizzazione verde dura con scritte dorate
Peso: 2.800 g
Prezzo: 3.013 euro
Per info: www.rizzini.it / 030 891163
da Sentieri di caccia 09/2016 di Simone Bertini