Il Tar di Bologna ha annullato la decisione del prefetto che aveva vietato la detenzione di armi a un cittadino di Modena.
Un fantasma del passato in forma di refuso ha complicato la vita di un cittadino di Modena, che nel 1990 aveva ereditato un fucile a retrocarica Bernardelli calibro 12 dopo la morte del padre. Il tempo gli ha dato ragione, ma nel mezzo ci sono stati un procedimento penale – archiviato – e un contenzioso con l’amministrazione. Che aveva decretato il divieto di detenzione di armi perché nel 1953 il fucile era stato registrato con un numero di matricola sbagliato. E al momento della morte del proprietario, il figlio aveva denunciato il passaggio dell’arma ereditata facendo riferimento ai precedenti documenti, senza guardare il numero di matricola. Solo dopo il controllo dei Carabinieri in occasione del sequestro l’uomo “si era accorto di quale fosse la reale matricola del fucile”.
Il Tar di Bologna ha ribadito che l’affidabilità scompare “quando il titolare della licenza pone in essere degli atti che facciano venir meno la fiducia che egli non farà uso inappropriato quando non illegittimo dell’arma”. Ma in questo caso “si è verificato un errore di trascrizione nel 1953 che si è trascinato negli anni; al ricorrente non può essere addebitato alcunché. Dal momento che, quando si è recato dai Carabinieri per denunciare l’arma a suo nome, non l’ha portata con sé”. E, nel compilare il nuovo verbale, “è evidente che i dati sono stati ricavati dalla precedente denuncia del padre“.