Il Tar della Campania ha annullato la decisione di questura e prefettura che avevano detto no al rinnovo del porto d’armi di un cittadino salernitano.
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Uno schiaffo del novembre 2000 (duemila!) aveva messo in pericolo il porto d’armi di un cittadino salernitano, nonostante la conversione della condanna a una pena pecuniaria pagata nel 2005 e l’ufficialità dell’estinzione del reato dichiarata nel 2011. La prefettura e la questura gli avevano negato il rinnovo del porto d’armi sportivo e per difesa. Ma per fortuna stavolta il Tar della Campania ha deciso diversamente. E soprattutto in breve tempo. Il diniego è arrivato nello scorso inverno. Il ricorso è stato presentato nel mese di maggio. E la giustizia amministrativa ha stabilito che uno schiaffo – non ci facciamo traviare dai termini giuridici, c’è scritto “lesioni personali” ma proprio di uno schiaffo si tratta – di diciassette anni prima è motivo troppo tenue per un provvedimento pesante come il diniego del porto d’armi. In questo caso, viziato da “eccesso di potere per difetto di istruttoria e di motivazione”.