Quando esamina una richiesta di rinnovo del porto d’armi, la pubblica amministrazione deve svolgere un’istruttoria “congrua e adeguata”. Il Consiglio di Stato chiarisce che cosa significhi.
Quando valuta la richiesta di rilascio o rinnovo del porto d’armi, la pubblica amministrazione è tenuta a una valutazione complessiva del soggetto. Perciò deve considerare anche il percorso di vita “successivo agli eventuali episodi ostativi”, in particolare se risalgono a molto tempo prima. Lo ha deciso il Consiglio di Stato ribaltando la sentenza del Tar e accogliendo il ricorso di un cittadino sardo che si era opposto al diniego della questura. L’istruttoria “congrua e adeguata” prevista dalla legge richiede che la personalità e la storia di chi richiede il porto d’armi siano considerate in ogni aspetto.
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