Chi chiede il rinnovo del porto d’armi non scaduto non deve lasciarlo in consegna alla pubblica amministrazione. Parola del ministero dell’Interno.
Parla di quello venatorio perché gli è stato richiesto dalle associazioni venatorie, ma a prima vista non c’è motivo di non estenderlo anche agli altri: il Viminale ha chiarito che chi chiede il rinnovo del porto d’armi non scaduto non deve lasciarlo in consegna all’amministrazione. Le licenze ancora valide devono “essere lasciate nella disponibilità del titolare fino alla loro naturale scadenza e comunque fino al rilascio del rinnovo”. La disposizione si applica anche ai titoli prorogati per l’emergenza sanitaria. Una prassi differente “limita il pieno esercizio della facoltà concessa” e oltretutto “offre il fianco a censure sulla correttezza dell’operato dell’amministrazione”.
Rinnovo del porto d’armi non scaduto: il commento di Fabio Ferrari
«È stata dura battere di continuo il tasto» ha commentato l’avvocato Fabio Ferrari, consulente legale di Armi Magazine, «per molti anni». Abbiamo risposto «in modo non equivoco alle crescenti domande dei nostri lettori, fornendo una soluzione interpretativa che finalmente è stata confermata dal ministero». Questa soluzione è stata da noi «sempre indicata come l’unica valida. Ogni altro compromesso o era contra legem (fotocopie = carta straccia senza alcun valore legale) oppure andava a privare il titolare di un suo diritto, usufruire delle prerogative connesse alla titolarità della licenza fino all’ultimo giorno di validità».
Ferrari saluta quindi «con rinnovato piacere questa direttiva, finalmente posta nero su bianco». Dovrà troncare «sul nascere ogni questione o potenziale contrasto fra gli appassionati di armi e gli uffici di quelle questure. Le decine di risposte fornite in questi anni – ora ne abbiamo conferma – erano pienamente conformi allo spirito della legge».
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