Il Tar della Lombardia ha confermato la decisione della prefettura, negando il rinnovo del porto d’armi al dentista dei vip Giovanni Macrì.
Solitamente le sentenze della giustizia amministrativa su armi e porto d’armi diventano oggetto di cronaca più per le circostanze del caso che per il nome delle persone coinvolte, normalmente un quisque de populo. La questione trattata nelle ultime ore dal Tar della Lombardia, sezione staccata di Brescia, è invece interessante per il motivo opposto: il tribunale ha confermato la decisione della prefettura negando il rinnovo del porto d’armi a Giovanni Macrì, il dentista dei vip noto col soprannome di Dottor Sorriso. Il Tar ribadisce che “il carattere fortemente vincolistico della legislazione sulle armi rivela la tendenza a escludere ogni favore all’impiego dei mezzi di autotutela dei singoli e la necessità di evitare la loro diffusione tra la collettività, in quanto fonte potenziale di minaccia per la salvaguardia dell’ordine pubblico e della sicurezza collettiva”.
Nonostante la sua professione, la partecipazione a trasmissioni televisive e l’esser stato vittima di furti e rapine, i giudici non ritengono che Macrì sia “esposto a un pericolo più intenso rispetto alla condizione della generalità dei consociati, che induca a ritenere necessario il possesso dell’arma”. Intervistato da Donatella Tiraboschi per l’edizione bergamasca del Corriere della Sera, Macrì fa capire che sta valutando il ricorso al Consiglio di Stato.