La commissione Giustizia della Camera è stata costretta a modificare il testo di riforma della legittima difesa approvato dal Senato. C’era infatti da correggere l’anno di riferimento per i fondi stanziati per le spese legali. Diventa inevitabile un nuovo passaggio a Palazzo Madama. E i tempi si allungano.
La riforma della legittima difesa dovrà tornare al Senato. Ci vorrà dunque il terzo passaggio parlamentare dopo quanto avvenuto giovedì pomeriggio in commissione Giustizia alla Camera. La nota della commissione Bilancio ha infatti acceso le luci su un errore tecnico, piccolo ma che fa slittare l’approvazione definitiva della legge. L’articolo 8 del ddl approvato in prima lettura al Senato stanziava infatti dei fondi per le spese legali per l’anno 2018. Ma l’anno 2018 è, si sa, ormai concluso. Bisognava – bisogna – dunque aggiornare la norma. Ed è sufficiente cambiare anche una sola cifra di un provvedimento politicamente blindato, o tale almeno finora, per rendere necessaria un’altra navetta tra Palazzo Madama e Montecitorio. L’inevitabile emendamento correttivo è stato presentato dai relatori del provvedimento, il leghista Roberto Turri e il forzista Pierantonio Zanettin, e approvato a maggioranza. Favorevole il parere del governo, rappresentato in commissione dal sottosegretario Stefano Candiani.
Adesso si va in aula con il mandato ai relatori. Ma ormai è inevitabile che si torni al Senato per la terza lettura. Sperando, è l’auspicio della maggioranza e soprattutto della Lega, forte promotrice del provvedimento, che non scatti qualche agguato, già disinnescato da via Arenula ai tempi della prima lettura.