Repubblica ha dato voce alla proposta dell’Opal per la modifica delle norme che regolano la detenzione e il porto d’armi. E hanno preso il via discussioni e polemiche.
Sta scatenando un putiferio l’articolo di Repubblica che dà voce alla proposta dell’Opal di rivedere le norme che regolano la detenzione e il porto d’armi. L’Osservatorio permanente sulle armi leggere richiede una serie di modifiche che restringano i criteri d’accesso alle armi.
Motivare la necessità dell’acquisto di un’arma. Limitare il numero di armi e munizioni a persona. Fissare a dieci il tetto massimo di armi da caccia detenibili. Obbligo di stipulare un’assicurazione di responsabilità e di comunicare il possesso dell’arma ai conviventi maggiorenni. Certificazione comprovante l’idoneità psicofisica. Esame teorico e pratico al maneggio delle armi. Frequenza obbligatoria del poligono. Sono solo alcune delle richieste dell’Opal che pretende anche un censimento sulle armi e sostiene che non sia ammissibile l’assunto secondo il quale “la difesa è sempre legittima”.
Dall’Auda, associazione utilizzatori delle armi, arriva una risposta decisa. Le richiese dell’Opal sono “illogiche” e non idonee a un Paese democratico. Le legge sulle armi prevede controlli già sufficienti. Il possesso delle armi richiede già adeguate valutazioni, spesso a discrezione della pubblica amministrazione. E non si può legare la quantità delle agrmi a un aumento della pericolosità dei cittadini.