Il Tar s’è espresso sulla possibilità di revocare il divieto di detenzione armi a seconda degli sviluppi del processo penale.
Anche se nell’immediato il provvedimento è legittimo, bisogna sempre valutare gli sviluppi («amministrativi e penali») della vicenda per valutare se lo si debba mantenere o revocare: è questa la motivazione con cui il Tar del Lazio (prima sezione, sentenza 2090/2024) ha accolto il ricorso di un uomo nei confronti del quale la prefettura aveva disposto il divieto di detenzione di armi dopo una denuncia dell’ex moglie, che ne lamentava i maltrattamenti.
Per scongiurare conseguenze gravi le autorità non solo possono, ma addirittura devono adottare provvedimenti «estemporanei, anche sommari e sinteticamente motivati»; e la denuncia per maltrattamenti è di per sé un motivo sufficiente a legittimare un decreto di questo genere.
Bisogna però seguire la vicenda fino in fondo; e non può essere irrilevante il fatto che il gip abbia respinto la richiesta di misura cautelare avanzata dal pm osservando che «in uno degli episodi denunziati [le registrazioni] dimostrano che è [l’ex moglie] a provocare più riprese l’indagato».
Ricorso accolto, dunque; ma restano intatti i poteri discrezionali della prefettura che sull’eventuale divieto potrà comunque esprimersi di nuovo.
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