A un anno dalla strage di Uvalde Joe Biden invita di nuovo il parlamento a imporre nuove restrizioni sulle armi in America.
«È necessario vietare le armi d’assalto e gli Ar-15 più volte impiegati nelle mass shooting»: a un anno dalla strage di Uvalde dove morirono diciannove bambini e due insegnanti, Joe Biden torna a invitare il parlamento a imporre una serie di restrizioni sulle armi in America; oltre ai divieti pensa a red flag nazionali, background check universali, obblighi stringenti per la custodia sicura e fine dell’immunità per i fabbricanti di armi in caso di strage.
Più che il consueto appello sono però altri i motivi d’interesse del discorso. Il primo è la qualifica dei caricatori ad alta capacità: Biden considera tali quelli non solo da quaranta o sessanta, ma anche da venti o trenta colpi; il secondo è la statistica che racconta che negli ultimi dodici mesi in America si contano ben 650 mass shooting, e circa 40.000 morti per colpi d’arma da fuoco. È uno dei motivi che spinge Biden a dire che anche la frangia più responsabile dei proprietari di armi è favorevole a queste misure.
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