La Svizzera assicura che trasporrà la Direttiva Armi “in modo pragmatico, sfruttando il margine di manovra disponibile”.
Gli Stati europei hanno tutta l’intenzione di combattere. Un pacifico recepimento nazionale della Direttiva Armi è tutt’altro che scontato. Anche se in misura più blanda della Repubblica Ceca che ha annunciato un esposto, la Svizzera assicura di voler “trasporre la Direttiva in modo pragmatico, sfruttando il margine di manovra disponibile per salvaguardare la tradizione svizzera in materia di tiro”. Parola del Consiglio federale. Senza dimenticare che già in sede di discussione comunitaria la Svizzera, che non fa parte dell’Unione europea ma è associata a Schengen, aveva ottenuto alcune deroghe.
In particolare, una volta prosciolti dall’obbligo di prestare servizio militare, i cittadini potranno mantenere l’arma dell’esercito con caricatore da venti munizioni e continuare a usarla per il tiro sportivo. A patto che siano membri di una società di tiro e si esercitino con regolarità. La clausola non si applica ai cacciatori e a coloro che in passato hanno acquistato un’arma dell’esercito. A seguito della notifica del Consiglio federale, la Svizzera ha due anni di tempo per recepire la Direttiva Armi nel proprio corpus normativo.