Gli amici di Mirco Franzoni hanno dato vita a una raccolta fondi per sostenere parte delle spese legali dopo la condanna in primo grado per omicidio volontario.
Nei paesi, si sa, ci si conosce tutti. È anche basandosi su questo spirito che gli amici di Mirco Franzoni, il giovane di Serle (BS) condannato a 9 anni e quattro mesi per avere ucciso un ladro che era entrato in casa sua, hanno dato vita a una raccolta fondi. Il denaro raccolto servirà a sostenere parte delle spese legali che Franzoni dovrà affrontare dopo la condanna in primo grado.
Sull’argomento torna anche Sandro Neri, direttore de Il Giorno, nella rubrica di oggi dedicata alla posta dei lettori. Rispondendo alla lettera di Maria Z. di Bergamo, che parla di “iniziativa destinata a lasciare il segno” e dimostrazione “che la gente comune sta con chi si difende dai ladri, e non con i ladri”, Neri risponde confermando che “non c’è dubbio che i cittadini stiano dalla parte di chi subisce i furti. Sia perché tutti hanno direttamente, o indirettamente avuto a che fare con la brutta esperienza di una razzia subita a casa propria, sia perché siamo empaticamente portati a prendere le parti di chi i torti li patisce”. Ma il direttore de Il Giorno ribadisce che “la legge è la legge, e i giudici in questo caso concreto hanno ritenuto che la legittima difesa non ci fosse, perché ne mancavano presupposti”. E, al di là dei ricorsi in appello e in Cassazione, “in ogni caso la sua vita è cambiata per sempre dall’istante in cui ha premuto il grilletto”.