Il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare di un tiratore di Cuneo, al quale è stata revocata la licenza per inadeguata modalità di maneggio e pulizia dell’arma.
Se la modalità di maneggio e pulizia dell’arma non è adeguata, si può incorrere nella revoca della licenza. Il Consiglio di Stato ha detto no a un tiratore di Cuneo, respingendo l’istanza di sospensione cautelare e confermando l’impianto della sentenza del Tar. L’uomo fu protagonista di un incidente all’interno della propria abitazione durante la pulizia di una pistola semiautomatica. Non si era accorto della presenza di un proiettile nella camera di scoppio: l’esplosione del colpo gli aveva comportato lesioni all’indice.
È legittima, scrive il Consiglio di Stato, la valutazione di non idoneità al porto d’armi. Se si ravvisano negligenza e pericolo per la pubblica incolumità, passano in secondo piano “le aspettative di svago”. Il collegio presieduto da Domenico Giordano si pone dunque sulle orme del Tar. Il tribunale amministrativo aveva infatti identificato un comportamento di questo tipo con “un’evidente violazione delle regole cautelari generiche”. Già in primo grado i giudici non avevano considerato rilevante la difesa del tiratore, che sosteneva di aver adottato tutte le precauzioni e che l’incidente fosse imputabile a circostanze fortuite. E non conta neppure, afferma la giustizia amministrativa, che l’uomo non sia mai incappato in alcuna violazione negli anni di esperienza di tiro a volo.