La proroga delle licenze di polizia e l’apertura delle armerie sono al centro di una circolare del Viminale e del decreto Cura Italia convertito in legge dal parlamento.
Un provvedimento opportuno, uno per taluni aspetti lapalissiano, per altri monco, incompleto: ecco come commenterei in due parole l’ultima circolare del ministero dell’Interno e la conversione del decreto Cura Italia nella parte relativa alla proroga delle licenze di polizia e all’apertura delle armerie.
In modo più che tempestivo avevamo puntato il dito sulle proroghe di termini e licenze. L’articolo 103 del decreto legge 18/2020 si riferiva infatti ai provvedimenti che fossero giunti a scadenza nell’intervallo temporale compreso tra il 31 gennaio e il 15 aprile. Ora sappiamo che detti termini hanno subito una ulteriore, quanto mai opportuna, proroga al 31 ottobre 2020. Il termine si calcola aggiungendo 90 giorni alla data stabilita per la fine dell’emergenza (il 31 luglio 2020).
Per i semplici appassionati e detentori di armi e i gestori delle armerie, la circolare diramata il 22 aprile 2020 rappresenta la scoperta dell’acqua calda. Se c’è stato il lockdown e già da tempo le armerie e le attività connesse erano chiuse (come del resto quasi tutti gli esercizi commerciali) era chiaro che le attività al pubblico non erano praticabili. Inutile anche la precisazione sui contratti a distanza: il recapito a casa delle armi non era permesso. Quindi che cosa è cambiato durante l’emergenza sanitaria Covid-19? Giusta la precisazione fra perfezionamento del contratto del contratto a distanza (possibile) e consegna del bene (impossibile), ma era così anche prima.
Stavolta le sei pagine della circolare potevano (forse) essere meglio impiegate; prospettando qualcosa per la fase due – per esempio. Restano insoluti tutti i problemi delle licenze scadute prima del 31 gennaio 2020 e con l’iter di rinnovo non ancora ultimato.
Proroga delle licenze di polizia e apertura delle armerie: verso la fase 2
Ammesso che ci sarà un’apertura graduale delle varie attività, scaglionate per settimana, sarebbe logico ritenere che le armerie potranno riaprire insieme alle altre attività commerciali. Si parla dell’18 maggio 2020. Dovremo attendere la prossima circolare o questo si assume come dato certo?
Visto che il lockdown si allenterà già prima di tale data, si parla del 4 maggio 2020, che cosa sarà possibile fare? La compravendita di armi tra privati, per fare un esempio, almeno se avviene entro la regione. Se torneremo a essere liberi (liberi è una parola grossa: meglio dire “non reclusi in casa”) questa è una attività possibile. Un altro problema è la frequentazione delle strutture sportive (alla loro riapertura, bene inteso) al di fuori della regione di residenza del tesserato.
Si deve ancora una volta constatare che siamo sempre in ritardo, in affanno, intempestivi. Era già così senza emergenze sanitarie; anche qui nihil sub sole novum.
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