L’emendamento Lupi estende fino al 31 dicembre la validità dei documenti di riconoscimento: la questione riguarda i titolari di porto d’armi prorogato. Si attende però il visto di Palazzo Madama.
Se, come prevedibile, il Senato approverà il decreto Rilancio senza ulteriori modifiche, i titolari di porto d’armi prorogato a causa dell’emergenza sanitaria non dovranno farsi identificare con un secondo documento neppure dopo il 31 agosto. La quinta commissione della Camera ha infatti accolto l’emendamento 157.7, prima firma Lupi, che estende fino a fine 2020 la durata dei documenti d’identità in scadenza durante la crisi sanitaria.
L’emendamento riguarda metà della natura del porto d’armi, documento complesso: la durata della licenza vera e propria, ossia il tagliando separato e bollato, era già stata prorogata fino al 29 ottobre, mentre il libretto, che contiene la fotografia e le generalità del titolare, ricade tra i documenti di riconoscimento e identità. A metà maggio il Viminale aveva diffuso una circolare per chiarire l’interpretazione della legge allora in vigore. Se però il testo che converte il decreto Rilancio arriverà in porto senza sussulti, i titolari di porto d’armi potranno fruire di un’ulteriore semplificazione. Per farsi identificare basterà infatti il porto d’armi prorogato. Chiaramente fino al 29 ottobre: all’orizzonte non si intravede alcuna nuova proroga della licenza.
In breve
Il Senato deve approvare il decreto Rilancio entro il 18 luglio. Se non toccherà l’articolo 157, i titolari di porto d’armi prorogato fino al 29 ottobre potranno farsi identificare semplicemente col libretto che accompagna la licenza.
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