Negli ultimi giorni si sta discutendo del ddl Amidei (Fratelli d’Italia), che lo scorso giugno ha proposto d’anticipare a sedici anni l’età minima per il rilascio del porto d’armi venatorio.
È vero che c’è una legge di bilancio in discussione, ma si sa che tra Natale e Capodanno trovare le notizie è complicato: si spiega facilmente la scelta di molte testate nazionali che hanno ripescato la proposta di Fratelli d’Italia sulla possibilità d’anticipare da sedici a diciotto anni l’età minima per richiedere il porto d’armi venatorio presentandola come una novità.
Il ddl esiste: l’ha firmato il senatore Bartolomeo Amidei che intende modificare la legge 157/92, quella che disciplina l’esercizio della caccia in Italia. Ma non è una novità: la sua presentazione risale addirittura al 28 giugno 2023. E non è recentissima neppure l’assegnazione alla commissione Industria e Agricoltura, decisa lo scorso 5 dicembre. Peraltro la discussione non è stata ancora calendarizzata: nel corso di questa settimana in commissione non sono previste sedute.
È però molto probabile che nel corso del 2024 della proposta si discuterà. Amidei intende concedere il porto d’armi uso caccia ai sedicenni, a patto che insieme alla richiesta presentino «esplicito atto d’assenso scritto dei soggetti [che esercitano] la responsabilità genitoriale».
Finché non avranno compiuto diciotto anni «i cittadini in possesso di porto di fucile per uso di caccia devono esercitare l’attività venatoria accompagnati da altra persona che abbia conseguito l’abilitazione all’esercizio venatorio da almeno tre anni».
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