Dopo la 42, i fan del marchio austriaco attendevano con ansia un modello subcompatto “slimline” ma in calibro 9×21: l’arrivo della G43 arriva a colmare questa lacuna.
Dopo anni di boom per le armi d’impostazione militare, le piccole semiautomatiche sono tornate di moda nel mercato statunitense: sempre più persone le scelgono per difesa personale, sia comuni cittadini sia professionisti della sicurezza pubblica e privata per l’impiego fuori servizio o come arma da back-up.
In numerosi Stati degli Usa, infatti, i governi hanno varato leggi col fine di eliminare le ultime restrizioni al diritto alla difesa consentendo a tutti di richiedere e ottenere un porto d’armi per difesa personale. È un trend, quello americano, che trova rispondenza anche nella Vecchia Europa, dove il porto d’arma per difesa personale è molto più difficile da ottenere.
Le piccole semiauto piacciono a chi si avvicina per la prima volta al mondo delle armi, alle donne, e a chi acquista un’arma per difesa abitativa e non vuole avere nel cassetto un’arma troppo complessa da gestire e che richiede numerose sessioni al poligono per una perfetta padronanza. Facile immaginare dunque che un marchio amante delle soluzioni innovative e spesso di rottura con la tradizione come è Glock abbia ricevuto ben più di una richiesta di approntare un modello di semiauto di piccole dimensioni – e quindi monofilare – ma nel calibro pieno, il 9×21, invece che in 9 Corto come avvenuto con la G42, diventata in breve tempo una best-seller tra le piccole semiauto. Da qui la nascita della G43, una subcompatta monofilare (6 colpi più 1 in canna) che per dimensioini e peso ricorda molto la G42, ma spara proiettili calibro 9×21 con velocità ben più performanti.
Gemelle diverse
Abbiamo chiesto all’importatore Bignami di fornirci anche una G42 e una G26 (vedi riquadro), i due modelli che potrebbero rappresentare un’alternativa a chi è alla ricerca di un’arma da porto occulto griffata Glock. È in particolare con la G42 in 9 corto che la nuova Glock mostra le maggiori affinità (del resto la G26 è una bifilare): è sufficiente maneggiarle e ci si accorge subito che sono due armi molto simili. La G43 pesa 509 grammi con caricatore vuoto (634 g con tutti i colpi), 120 in più rispetto alla G42 che è anche 8 cm più corta e 2 mm più sottile. Tra le due canne, inoltre, la differenza è di 3,5 mm (86 mm contro 82,5).
Anche se la G43 non è una pistola tascabile come la G42, compensa tale mancanza con un consistente aumento delle prestazioni balistiche e si fa preferire per l’uso in contesti in cui si chiede maggior potenza rispetto alle esigenze di comodità nel porto prolungato.
Meccanica con safe-action
La G43 non presenta differenze sostanziali rispetto agli altri modelli della famiglia subcompact che gli austriaci chiamano “slimline”. Dal punto di vista della meccanica è una pistola semiautomatica con fusto in polimeri, chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, scatto Safe action in semi-doppia azione e percussore lanciato. In particolare, lo scatto Safe Action è ormai un classico: non prevede alcuna sicura manuale (o altro comando di disarmo del percussore), e offre la fondamentale virtù di riportare l’arma fra un colpo e l’altro automaticamente in condizioni di sicurezza (il peso dello scatto è di circa 2,5 kg). Inoltre, il tiratore spara tutti i colpi nella stessa modalità, senza differenze, diversamente dalle altre pistole ad azione mista che impongono il passaggio dalla lunga e dura doppia azione del primo colpo alla corta e leggera singola di quelli successivi. Come da tradizione l’assenza di sicure manuali è ampiamente bilanciata dalle tre sicure automatiche di casa Glock a ingaggio successivo: quella incorporata nel grilletto che non consente lo sgancio del percussore se non dopo la sua pressione, inibendo l’esplosione del colpo a causa di trazioni laterali sul grilletto o di cadute; quella classica al percussore; infine, quella al disconnettore (lo porta a contatto con il percussore solo quando si agisca correttamente sull’appendice di scatto). La canna presenta una rigatura semipoligonale a 6 principi, mentre l’estrattore esterno, col colpo in canna, funge anche da indicatore visivo e tattile di cartuccia camerata. Spettacolari i trattamenti superficiali: la finitura in Tenifer è applicata sopra due trattamenti d’indurimento che rende la G43 più resistente rispetto allo stesso acciaio inossidabile altri agenti esterni e allo sfregamento prolungato con la fondina.
Fusto e mire
L’impugnatura della G43 ricalca quella delle altre appartenenti alla Gen4: riporta una fitta trama di risalti squadrati sulle guancette che migliora la presa dei lati dell’impugnatura, del back strap curvo e del front strap dritto, visto che non presenta gli incavi per le dita che ha, per esempio, la bifilare G26.
E sempre Gen4 è il pulsante rigato di sgancio del caricatore: è ampio, squadrato, e reversibile.
A essere liscio è invece il dust cover: Glock non ha ovviamente previsto le guide per l’installazione di torce tattiche o puntatori laser che avrebbero contrastato con le finalità della piccola di casa.
A proposito di sistemi di mira la tacca è fissa, innestata a coda di rondine, con un profilo bianco a “U” che segue il contorno della finestra; la regolazione è possibile solo in derivazione.
Il mirino, invece, di forma squadrata, è imperniato sul carrello da una vite passante, con un dot bianco ad alta visibilità.
Potenza o portabilità?
Mentre la G43 e la G42 appartengono alla famiglia delle Glock “subcompact slimline”, la G26 Gen4 è “solo” una subcompact, visto che con il suo caricatore bifilare che arriva fino a 14 colpi in 9×21 è meno occultabile delle altre due. Le abbiamo scelte per un confronto con la nuova arrivata: la G42 ha in comune le dimensioni estremamente contenute, il caricatore monofilare e alcune soluzioni tecniche, mentre differisce per il calibro essendo in .380 Auto (o 9 corto). La G26, invece, ha in comune proprio il calibro, essendo in 9×21, mentre differisce per dimensioni ma soprattutto per il peso, visto che sulla bilancia sposta l’ago più in là di 250 grammi. La scelta poggerà soprattutto sulle esigenze dell’acquirente: dovrà portare con sé la pistola per ore (G42), oppure dovrà stare in un cassetto e uscire solo per qualche ora (G43)? Si prevede di andare spesso al poligono? La G26 dirada i cambi caricatore ed è più controllabile. Infine, due parametri totalmente soggettivi: come sta in mano (chiedete al vostro armiere di farvele vedere tutte e tre) e l’aspetto estetico, da sempre uno dei più seguiti da noi italiani.
Testo e foto di Gianluigi Guiotto
Modello | G42 | G43 | G26 Gen4 |
Calibro: | 9 corto | 9×21 Imi | 9×21 Imi |
Scatto: | semi Da | semi Da | semi Da |
Lunghezza (mm): | 151 | 159 | 163 |
Altezza (mm): | 105 | 108 | 106 |
Spessore (mm): | 24 | 26 | 30 |
Peso con caricatore
pieno (g): |
490 | 634 | 740 |
Peso scatto (kg): | 2,5 | 2,5 | 2,5 |
Corsa del
grilletto (mm): |
12,5 | 12,5 | 12,5 |
Numero colpi: | 6+1 | 6+1 | (14+1 con pad maggiorato) |
Produttore: Glock, www.glock.com
Importatore: Bignami Spa, Ora (Bz), tel. 0471 803.000, www.bignami.it
Modello: G43
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×21
Materiali: acciaio al carbonio per canna e carrello, polimeri per fusto e caricatore
Finitura: antiriflesso ad alta resistenza (Tenifer) per canna e carrello
Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato
Scatto: semi-doppia azione Safe-action, corsa del grilletto 12,5 mm, peso dello scatto dichiarato 2.500 g
Caricatore: monofilare da 6 colpi
Sicure: automatica al percussore; automatica al grilletto; automatica anticaduta al sistema di scatto
Canna: lunga 86 mm, rigatura poligonale destrorsa a 6 principi, passo 1:250 mm
Mire: tacca e mirino fissi; riferimenti bianchi per il tiro con luce scarsa
Linea di mira: 132 mm
Peso: 509 g con caricatore vuoto, 634 con caricatore pieno