Uno studio condotto dall’Università di Liegi ha dimostrato come non esista legame tra norme restrittive sulle armi e crimini commessi. I dati saranno presentati da WFSA nel corso di IWA
Non c’è correlazione scientificamente dimostrata tra norme restrittive sulle armi e numero di omicidi. Né con criminalità e terrorismo. Sono i risultati di uno studio condotto dall’Università di Liegi e finanziato da The World Forum on Shooting Activities. La ricerca è intitolata “Fattori che influenzano il tasso di omicidi con armi da fuoco”.
Sono piuttosto le condizioni socio-economiche a intervenire pesantemente sulla quantità dei crimini. Michael Dantinne e Sophie André, gli autori dello studio, hanno individuato nel tasso di mortalità infantile l’elemento principale per valutare le condizioni di povertà di un Paese e il criterio più significativo per analizzare i dati relativi al numero degli omicidi.
I risultati saranno discussi nel corso dell’assemblea plenaria del WFSA. L’evento è in programma il 2 marzo 2017 a Norimberga, nel corso di IWA.
Una volta conclusa l’assemblea plenaria, la documentazione completa sarà disponibile sul sito web di WFSA.