Oliver North è stato eletto presidente dell’Nra: a North, patriota ed eroe per l’America repubblicana, i progressisti contestano il coinvolgimento nello scandalo Iran-Contras a metà degli anni Ottanta.
Sarà il tenente colonnello Oliver North il prossimo presidente dell’Nra, dopo la decisione di Pete Brownell di non candidarsi per un secondo mandato per motivi familiari: è uno degli esiti, forse il più importante, della convention di Dallas. Saranno necessarie alcune settimane prima che North, che deve risolvere i propri contratti con l’emittente Fox News, entri ufficialmente in carica. Secondo il vicepresidente esecutivo Wayne LaPierre, si tratta «della notizia più eccitante nella storia dell’associazione da quando Charlton Heston (l’attore premio Oscar per Ben Hur, ndr) diventò presidente dell’Nra». La Pierre definisce infatti North come «un guerriero leggendario per la libertà americana, un comunicatore di talento e un leader nato».
È vero: Oliver North, ex tenente colonnello dei marines con un ruolo chiave nell’arresto dei dirottatori dell’Achille Lauro, ha combattuto nell’esercito a stelle e strisce tanto da ottenere una stella d’argento, una di bronzo e due purple heart. Ma suo malgrado la sua fama nel Paese, e all’estero, è legata allo scandalo Iran-Contras, sotto l’amministrazione Reagan. Nonostante l’embargo nei confronti di Teheran, North condusse un’operazione che fornì armi all’Iran khomeinista che si opponeva a Saddam Hussein. L’obiettivo era duplice: ottenere dall’Iran una mediazione nei confronti di Hezbollah, che deteneva sette ostaggi statunitensi, e col ricavato della vendita delle armi finanziare i Contras, le milizie mercenarie che combattevano in Nicaragua contro il governo sandinista, filocomunista. North, condannato per traffico d’armi solo per una parte delle accuse, fu amnistiato da George Bush sr, vicepresidente all’epoca dello scandalo.