Il Partito democratico americano intende lanciare una campagna di boicottaggio contro Hulu finché non accetterà le sue pubblicità contro le armi e a favore dell’aborto.
Almeno per adesso non intende mandare in onda le pubblicità contro le armi e a favore dell’aborto che il Partito democratico americano voleva commissionarle; pertanto Hulu, la piattaforma streaming popolare tra gli elettori più giovani (la maggioranza è in mano a Disney), è al centro di una campagna di boicottaggio cominciata quando l’articolo di Michael Scherer sul Washington Post ha raccontato la vicenda.
La policy di Hulu impedisce infatti di pubblicare contenuti che possano dare origine a controversie; ma i comitati elettorali del Partito democratico (Senato, Camera, governatori) puntano la propria campagna proprio su questi. «Gli elettori hanno il diritto di conoscere la verità sui programmi del Partito repubblicano; devono sapere che cosa si celi nell’agenda Make America great again»; così i vertici della campagna elettorale in una dichiarazione raccolta dal Washington Post.
È curioso però che in un Paese che si fa baluardo della libertà – innanzitutto economica, ipocrita far finta di no – il partito di maggioranza possa contestare la decisione di non vendere uno spazio pubblicitario a un possibile committente; come nota Scherer, a differenza dei canali tradizionali Hulu non è soggetta al regime imposto dal Communications act del 1934, una sorta di par condicio americana.
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