Il Tar del Molise ha respinto il ricorso di un cittadino di Campobasso: non importa che non vi sia mai stata una querela per le presunte minacce alla moglie.
La telefonata alle forze dell’ordine da parte della moglie, preoccupata per le minacce del marito geloso, non è rimasta senza conseguenze: è vero che il processo per omessa custodia di armi si è estinto nel 2015 per insussistenza del fatto, ma l’amministrazione ha disposto ugualmente la revoca del porto d’armi nei confronti di un cittadino molisano che, per i suoi comportamenti coniugali, non fornisce sufficienti garanzie di non abusare delle armi.
La vicenda si chiude così, con la sentenza del Tar a vidimare la decisione della questura: “anche episodi di modesto o di nessun rilievo criminale possono giustificare l’adozione di provvedimenti restrittivi o interdittivi dell’uso delle armi, allorché siano tali da ingenerare nell’autorità di pubblica sicurezza il ragionevole dubbio che il detentore possa abusarne, perché non del tutto capace di un pieno dominio di sé o autocontrollo mentale”. E non importa che non vi sia mai stata una querela “per le presunte minacce” alla moglie e che l’omessa custodia di armi, contestata dalle forze dell’ordine la sera della chiamata, sia stata ritenuta insussistente dal giudice penale. Il provvedimento cautelare sta ugualmente in piedi.