Le possibili restrizioni all’uso di munizioni in piombo per il tiro sportivo produrrebbero criticità enormi; l’Issf ha scritto alla Commissione europea per segnalarle.
Le restrizioni indiscriminate all’uso delle munizioni in piombo renderebbero enormi le difficoltà per il mondo del tiro sportivo; Willi Grill, segretario dell’Issf, ha dunque scritto alla Commissione europea (la lettera è datata 1° giugno, ma è stata diffusa soltanto in questi giorni) per chiederle di non appiattirsi sulle richieste dell’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche.
«È necessario che la proposta non sia approvata» si legge nella nota Issf che presenta la lettera; bisogna lavorare a una soluzione alternativa di compromesso, e dunque a una normativa flessibile che tenga presenti il contesto geografico di ciascun poligono e campo di tiro e la sostenibilità ambientale delle diverse discipline sportive.
I problemi riguardano non le grandi competizioni, ma la pratica del tiro a livello locale e regionale; anche perché una modifica della normativa europea costringerebbe l’Issf a modificare gli standard tecnici applicati in tutto il mondo.
Alla ricerca d’una soluzione praticabile
Per l’Issf del tiro sportivo l’Echa ha una conoscenza inadeguata: soltanto ignorando la complessità delle strutture e l’impatto socioeconomico delle restrizioni può infatti permettersi di proporre una (presunta) soluzione che creerebbe grandi difficoltà, farebbe esplodere i costi e soprattutto si rivelerebbe impraticabile per molti Paesi europei.
In Europa infatti non esiste una struttura standard, ma strutture diverse per volume, tipologia d’impiego e attività praticate; per prendere una decisione ragionata bisognerebbe dunque conoscerne la variabilità e il contesto ambientale e geografico in cui sono collocate.
Di per sé è scarsa la fauna selvatica che frequenta le strutture di tiro, e dunque che può ingerire i pallini di piombo; avendo inoltre preso le precauzioni raccomandate o imposte dai governi nazionali, già adesso le strutture di tiro causano pericoli minimi; anzi, la loro presenza nelle zone fuori città è un presidio rigoroso per l’ambiente, perché evita il degrado dovuto all’espansione urbana incontrollata.
L’Issf continuerà dunque a impegnarsi nella ricerca delle migliori pratiche a tutela dell’ambiente; ma se vincerà l’impostazione dell’Echa senza modifiche si rischia che le strutture sportive chiudano in massa.
Leggi le news, gli approfondimenti legali e i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.