L’Assoarmieri chiede al governo d’approvare un decreto che chiarisca l’estensione del divieto d’usare munizioni in piombo nelle zone umide.
“L’intero comparto sta subendo un danno economico ingente” a causa della mancanza di tempestività e di chiarezza nella definizione di zona umida, nella quale è vietato l’uso delle munizioni in piombo: prima della mappatura serve dunque un atto con forza di legge, evidentemente un decreto, per stabilirlo univocamente.
Antonio Bana, presidente dell’Assoarmieri, ha dunque scritto ai ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura evidenziando le preoccupazioni del settore e la necessità d’un intervento correttivo reso urgente dalla sentenza del Tar del Lazio sulla circolare dello scorso febbraio; già durante la discussione del regolamento europeo, e poi dopo l’approvazione, l’Assoarmieri aveva più volte segnalato che fosse necessario un chiarimento, per evitare incertezze nell’applicazione della normativa.
Per l’Assoarmieri è legittimo pensare d’escludere le aree che «a causa delle dimensioni o dell’instabilità non sono suscettibili di fornire habitat agli uccelli acquatici»; in ogni caso serve una presa di posizione ufficiale del governo Meloni, tanto più se si considera che di per sé il divieto non si limita soltanto alla pratica venatoria.
Leggi le news, gli approfondimenti legali e i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.