La Cassazione ribadisce che è punibile la detenzione di munizioni da guerra anche senza polvere da sparo.
La detenzione di munizioni da guerra si configura indipendentemente dalla possibilità di un impiego immediato; e dunque è punibile dalla legge anche se sono prive di polvere da sparo. Lo chiarisce la prima sezione penale della Cassazione con la sentenza 36436/2021.
Per la legge infatti una munizione da guerra è definita come tale dalla sua destinazione, ossia il caricamento delle armi da guerra. È dunque punibile anche la detenzione di munizioni “momentaneamente non atte all’impiego, ma certamente utilizzabili con agevoli operazioni di caricamento”. La legge peraltro punisce la detenzione non solo della cartuccia completa, ma anche dei singoli componenti (“proiettile, polvere da sparo, innesco, bossolo”).
Il commento di Fabio Ferrari
«Non so ancora» commenta l’avvocato Fabio Ferrari «se la colpa sia degli spazi editoriali (molto ridotti) delle nostre news, oppure se la pandemia abbia inficiato le capacità di riflessione di chi deve decidere se un cittadino commette reato oppure no. Vada per il concetto di “destinazione d’impiego” della munizione. Se ne può discutere, c’è modo di farlo e abbondanza di riflessioni (dottrinarie e giurisprudenziali). Mi viene invece la pelle d’oca quando si parla di “parte di munizione” includendo nell’insieme l’innesco o la polvere di lancio. Qualcuno dovrà spiegare come si distingue un innesco o polvere infume “da guerra” (sembra una barzelletta).
C’è scritto sulla scatola? A quanto ne so non c’è scritto, tant’è che vendono da decenni polveri che (afferma il produttore) sono usate per i caricamenti militari (vedi Hodgdon Blc-2 e molte altre). Distinguere un innesco “da guerra” da uno per uso civile appare poi non solo arduo, se non impossibile; ma inutile. Sono forse questi componenti più letali di quelli impiegati nelle munizioni commerciali? L’unica discriminante è il proiettile perforante o tracciante o incendiario, non certo gli altri elementi della munizione. Sembra un concetto troppo difficile da assimilare e applicare in modo costante, senza creare patemi d’animo agli appassionati. Si sa che condannare e molto più facile che assolvere».
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