L’evento organizzato da Merkel a metà settembre è stata l’occasione per insidiare il cervo, che in Turingia iniziava a bramire, e scoprire due proposte particolari del marchio tedesco: i calci personalizzati e la sua nuova linea d’abbigliamento
Quattro giorni di caccia conditi da un’approfondita visita in azienda e dalla condivisione della filosofia del marchio con pochi colleghi della stampa specializzata. Questo, in breve, è lo spirito che ha animato i Merkel hunting days 2016, cui siamo stati invitati in rappresentanza dell’editoria venatoria italiana. Quattro giorni intensi, che ci hanno permesso di insidiare il cervo – con poco costrutto, a onor del vero, ma è anche questo che ci piace della caccia, il fatto che nulla può darsi per scontato e scoprire alcune caratteristiche di unmarchio storico che però,nel bombardamento di informazioni spesso superflue cui una redazione è sottoposta, potevano passare inosservate.
Cominciamo con la caccia. Magnificamente organizzata da Jean Freyeisen, nostro contatto a Suhl, si è svolta nei dintorni della cittadina della Turingia dove ha sede l’azienda, all’interno di una riserva di grandi dimensioni utilizzata da Merkel per scopi di rappresentanza. La splendida ambientazione e una struttura all’altezza del blasone del marchio, che della caccia etica e sostenibile è propugnatore, hanno reso l’esperienza estremamente gradevole, nonostante che di cervi non se ne siano visti molti. Il clima caldo che ha contraddistinto il mese di settembre ha ritardato il bramito e forse limitato la spettacolarità degli avvistamenti, ma non ha certo ridotto l’emozione provocata dalla voce possente del nostro cervide.
In assenza di avvistamenti significativi dal punto di vista venatorio, il piatto forte della nostra trasferta in terra di Germania è stato rappresentato dalla visita all’impianto produttivo dell’azienda e da un pomeriggio in poligono. L’occasione è stata regalata dalla presentazione alla stampa della linea di abbigliamento Merkel Gear, lanciata solo a marzo, e al servizio di personalizzazione dei calci, offerto da Merkel per tutte le sue carabine e in particolare per la RX.Helix, che abbiamo portato a caccia con noi.
Merkel, l’azienda
Merkel è un marchio glorioso che deve la sua fortuna al genio di una famiglia e allo spirito di un luogo, la Germania di Suhl, che rappresenta in Europa uno dei pochissimi distretti industriali specializzati nella produzione di armi. Nell’area di Suhl, la produzione è documentata sin dal 1490 e da allora è stata sinonimo di armi di pregio; in questo clima di eccellenza, sul finire dell’Ottocento, Albert Oskar, Gebhard e Karl Paul Merkel concentrarono le proprie capacità di armaioli in un nuovo soggetto economico che si pose in linea con la tradizione della famiglia e della manifattura locale.
Era il 1898 e in breve tempo i tre fratelli iniziarono a produrre fucili da caccia a canna liscia di altissimo livello, contraddistinti da un’impostazione meccanica curata e finiture di pregio. Se la Grande Guerra non cambiò di molto l’attività aziendale, che non essendo indirizzata al settore militare fu solo in parte convertita alla produzione bellica, la Seconda porterà cambiamenti radicali. Suhl cadrà infatti nella zona d’influenza sovietica e sarà parte della DDR, quella Repubblica Democratica Tedesca che, a dispetto del nome, di democratico avrà ben poco. Grazie al suo buon nome, alla Merkel fu risparmiato lo smembramento e la produzione fu ripresa subito dopo la fine delle ostilità. Le condizioni politiche ed economiche erano però cambiate: nel 1948 l’azienda fu confiscata e finì sotto il controllo statale, che le impose un lungo sonno fino agli anni della caduta del muro e della riunificazione.
Non appena le fu possibile affacciarsi al libero mercato, Merkel disponeva di una linea di armi da caccia a da tiro piuttosto datata, non in grado di reggere la concorrenza dei marchi più blasonati. Fu così che, a metà degli anni Novanta, iniziò un progresso di revisione di tutti i prodotti a catalogo secondo una logica che voleva mantenere intatta la tradizione artigianale tipica del brand e sviluppare processi industriali moderni che si avvalessero della tecnologia disponibile. In questa fase, Merkel finì nell’orbita di Heckler & Koch, che era nata proprio alla fine della Seconda guerra mondiale, esattamente nel 1950, dalle ceneri di Mauser. In anni più recenti Merkel è stata assorbita da Tawazun, un ricco fondo d’investimento degli Emirati Arabi attivo in molteplici settori produttivi, dall’industria automobilistica alla meccanica di precisione, dal proficuo settore oil and gas alla difesa, tra cui quello delle armi, sia militari sia civili. Caracal è l’altro marchio del settore di cui Tawazun è proprietario. Oltre a Haenel, che ormai da tempo gravita in area Merkel.
Emirati creativity, German precision (creatività degli Emirati, precisione tedesca) è lo slogan che ha annunciato pochi anni fa il lancio della carabina RX.Helix, un’affermazione che potrà forse ferire l’orgoglio eurocentrico di molti ma che purtroppo rappresenta, pur con molte approssimazioni, lo stato di cose in questa Europa. Tedesca resta comunque anche la produzione di Merkel, che nel suo impianto di Suhl realizza circa 15.000 pezzi l’anno. Il processo industriale prevede l’impiego di macchine a controllo numerico a quattro e cinque assi che lavorano materiali dalle migliori caratteristiche metallurgiche; il processo d’assemblaggio è diviso per stazioni dove operai specializzati, ma molto flessibili, svolgono singoli gruppi di operazioni. All’interno dello stabilimento ha luogo sia la produzione Merkel che Haenel, che quindi, pur presentando meccaniche e finiture semplificate rispetto alla sorella più blasonata, con questa condivide tutti i processi.
Lo stabilimento di Suhl, disposto su tre piani, è strutturato in maniera tale da seguire tutte le fasi della produzione, comprese quelle dei trattamenti superficiali, la produzione delle canne (30.000 quelle prodotte ogni anno, un numero che doppia la produzioni di armi finite) e addirittura la bancatura delle armi; al piano interrato Merkel dispone infatti di un banco di prova utilizzato sia per i test interni sia per la vera e propria prova ufficiale delle armi, effettuata da personale governativo che si reca in azienda due volte a settimana.
La produzione avviene quasi interamente all’interno del complesso. Aziende terziste selezionate eseguono quelle lavorazioni per cui Merkel non ha utilità ad attrezzarsi, come nel caso delle plastiche. Per garantire la qualità Merkel su tutti i componenti, è stato ricavato un dipartimento di controllo qualità che ha proprio l’obiettivo di verificare i pezzi realizzati esternamente. È da notare che tutte le operazioni relative a componenti cui è legata la sicurezza dell’arma sono realizzate internamente. Oggi Merkel impiega circa 150 dipendenti ed esporta in oltre 40 Paesi.
Merkel, i calci personalizzati
La produzione di armi Merkel è sostanzialmente divisa in due linee: a quella industriale denominata MEM (Merkel Engineered Manufacturing), si affianca quella artigianale, responsabile della creazione di armi fini (Meisterstük), realizzate manualmente dallo stesso artigiano e per questo raffinate e costose. Non essendo alla portata di tutti, ma data la vocazione alla qualità di Merkel, il marchio tedesco ha pensato di estendere alla produzione di massa una caratteristica peculiare delle armi fini, probabilmente l’unica che riesce a offrire un vero vantaggio funzionale al cacciatore: il calcio.
La produzione attuale di calci è indirizzata alla diffusione di strumenti pratici e resistenti e il pubblico di appassionati Merkel non fa eccezione. I dati diffusi dall’azienda parlano infatti di un buon 70% delle carabine Helix che escono dalla catena di montaggio fornite di calcio in polimero. Chi però cerca qualcosa di più, sia esso un elemento di distinzione dalla massa o la possibilità di un calcio personalizzabile, opta ancora per quello in legno, come dimostra il mercato femminile, nel quale lo specifico allestimento DS insegna che il 60% delle donne non ama la freddezza tecnologica del polimero. Ebbene, forte della sua tradizione votata all’eccellenza, della presenza di otto calcisti in azienda e di una flessibilità sorprendente, Merkel ha esteso anche alle armi di produzione di massa la possibilità del calcio su misura. Una visita in azienda o, più semplicemente, la trasmissione delle misure rilevate da un calcista di fiducia, sono sufficienti per il personale Merkel per produrre un calcio personalizzato. Ne siamo stati testimoni durante la nostra permanenza a Suhl, in occasione della quale Merkel ci ha offerto la possibilità di prender parte a questa esperienza. Una volta prese le misure, ci è stata fornita la bozza del calcio che è successivamente stata lavorata per consentirci di portare a caccia uno strumento “sartoriale”, tagliato sulle nostre necessità. Visti i tempi della permanenza in Germania, non è stato possibile avere i legni nella loro presentazione definitiva (mancano le zigrinature e i trattamenti superficiali), ma abbiamo potuto constatare quanto un calcio ottimizzato possa agevolare acquisizione del bersaglio ed efficacia del tiro. La sorte ci ha negato questa esperienza a caccia ma non in poligono, dove una prova su bersagli in carta a 50 metri ha permesso di rilevare tempi di acquisizione ed esecuzione del tiro di un 30% più veloci con il calcio personalizzato.
Il reparto calci è uno dei motivi d’orgoglio del marchio tedesco. I legni sono tutti di altissima qualità, selezionati dalle migliori produzioni di Caucaso e Turchia. Una volta giunti in azienda, sono soggetti a un processo di condizionamento della durata di 2-8 settimane volto a portarne l’umidità al 12%. Solo a questo punto inizia la fase di lavorazione, che segue due linee differenti a seconda che si tratti di calci industriali o meno. Nel primo caso il processo è affidato al pantografo per lo sbozzo iniziale e a macchine a controllo numerico per la realizzazione di finiture e scassi atti a contenere la meccanica dell’arma; nel secondo i calci passano dal laboratorio di Ronald Schmidt (Schäftermeister, capo del dipartimento calci), che con i suoi collaboratori sottopone il legno a un processo che può durare settimane in funzione della finitura richiesta dal cliente. Sono attualmente undici le classi di legni offerte. Il nostro calcio è stato realizzato con legni di classe 6 e presenta il puntale dell’astina in ebano.
Merkel, l’abbigliamento
I Merkel hunting days 2016 sono stati l’occasione per mettere alla prova il nuovo abbigliamento realizzato dall’azienda tedesca sotto il brand Merkel Gear. Presentato lo scorso marzo a IWA, si ispira alla filosofia corrente che vuole i grandi marchi armieri – tra i primi fu Beretta – attivi anche nel settore dell’abbigliamento a destinazione venatoria. Perché se un tempo l’abbigliamento da caccia, insieme a quello da montagna, costituiva grossomodo l’unica offerta di capi tecnici per il tempo libero, oggi così più non è e si è creato uno spazio interessante per le imprese del settore.
La gamma di capi Merkel, 16 quelli a oggi presentati, si basa sul principio, antico quanto l’uomo, del multi-strato. Del vestirsi a cipolla, come si dice in maniera più facilmente comprensibile. E così la proposta del produttore tedesco si articola su cinque strati: il primo, il cosiddetto intimo, quello a contatto con il corpo, realizzato in lana merino da 140 grammi al metro quadrato. Il secondo, nuovamente in lana merino, stavolta da 235 g/mq. Il terzo costituito da una camicia d’impostazione classica non priva di interessanti contenuti tecnici. Il quarto in pile (150 g/mq). Il quinto, quello che separa il corpo dagli agenti atmosferici, realizzato in tessuti tecnici di ultima generazione. Questa combinazione tra tessuti tecnici e tessuti naturali è una delle caratteristiche più interessanti della gamma, come già il nome della linea lascia prevedere: Paläarktis. L’ecozona paleartica, cui la linea si ispira, è l’area della terra che presenta la maggior escursione termina, che facilmente raggiunge i 100° tra estate e inverno; include infatti aree climaticamente molto differenti quali l’Europa, l’Asia a nord dell’Himalaya, l’Africa settentrionale e la zona nord e centrale della penisola arabica. La corretta combinazione dei cinque stratidellalineaconsentediaffrontarvi avventure dicacciavaganteedaappostamentoinognistagionedell’anno.
La linea si avvale della tecnologia americana 37.5 che, anziché limitare i contenuti tecnologici del capo all’ultimo strato, li incorpora in tutti, così da creare quel microclima di 37,5% di umidità che fornisce il massimo comfort per l’utilizzatore. Comfort che corrisponde evidentemente anche alla miglior performance.
Da Cacciare a palla 11 novembre 2016 di Matteo Brogi
Merkel è un marchio distribuito in Italia da Bignami
www.bignami.it / 0471-803000