Una controversia su una servitù prediale porta a conflittuali rapporti di vicinato: una delle persone coinvolte perde il porto d’armi.
Una controversia con i vicini può portare alla revoca del porto d’armi uso caccia. Lo ha stabilito il Tar della Calabria con la sentenza 1282 pubblicata in giornata: i giudici di Catanzaro si sono espressi sul ricorso di un cittadino di Vibo Valentia che aveva appellato la decisione del prefetto. Ma per la giustizia amministrativa “un’accesa controversia possessoria con i vicini di casa per una servitù prediale (diritto di godimento su cosa altrui, nda)” è motivo sufficiente a togliere le armi, perché rappresenta “ragionevole previsione di un uso inappropriato” da parte di una persona non più affidabile. I conflittuali rapporti di vicinato rischiano “di trasmodare in atti di aggressione”. Troppo pericoloso allora lasciare l’uomo in possesso delle sue armi.