Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione parlamentare su quanto deciso dalla questura di Padova che ha fissato a 100 pezzi il limite per armi in collezione.
Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, dovrà far sapere al parlamento quali iniziative intenda adottare perché sia rimosso il limite per armi in collezione imposto dalla questura di Padova. Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia, ha infatti presentato un’interrogazione con cui chiede al governo di esprimersi su una vicenda che sta andando avanti da tempo.
La questura di Padova ha individuato in 100 il numero massimo di armi collezionabili. Chi ne possiede di più ha 90 giorni per disfarsi degli esemplari in eccedenza; e, nota Fazzolari, un margine così ridotto costringe a svendere le armi o addirittura a consegnarle perché siano distrutte. Ma la scadenza è una questione secondaria: il problema è l’imposizione del limite, che la legge non prevede.
Nel disciplinare la collezione di armi comuni da sparo, si legge nell’interrogazione, “nemmeno la 110/75 promulgata in piena emergenza terrorismo ha previsto alcun limite massimo”. E né la Direttiva Armi né il suo recepimento nell’ordinamento italiano hanno imposto un controllo rafforzato sulle armi in collezione. Per Fazzolari quello della questura è “un provvedimento illogico” che “riguarda indifferentemente armi modernissime e letali o archibugi inadatti a qualsiasi tipo d’offesa”. Il governo deve chiarire se i questori possano “interpretare a proprio piacere le leggi dello Stato italiano, in particolare quelle sul legale possesso di armi”. Se si accetta questo principio, ogni autorità di pubblica sicurezza sarà autorizzata a stabilire limiti sempre più stringenti alla detenzione di armi in collezione.
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