Tema da sempre dibattuto, quello della scelta dell’arma ideale è piuttosto complesso e condizionato da considerazioni solo in parte oggettive. Anche in questo caso gusti personali, atteggiamenti imitativi e la moda del momento possono rivestire un ruolo determinante
Benefici e limite delle semiautomatiche
In prima analisi, scegliere tra pistola o revolver sembra cosa di poco conto. I benefici dati dall’impiego di una semiautomatica, se raffrontati a quelli di un revolver, appaiono numerosi.
- Anzitutto la prima garantisce una teorica maggior celerità di tiro grazie al funzionamento semiautomatico e alla presenza di un caricatore, facilmente sostituibile e in grado di contenere un numero superiore di colpi che non un tamburo.
- L’arma risulta generalmente più compatta (soprattutto in spessore) favorendo un porto più agevole, anche occulto quando possibile.
- Il tiro inoltre risulta più confortevole sia per la capacità di smaltire parte del rinculo (che viene sfruttato per i cinematismi) sia per la possibilità di scegliere tra una più ampia offerta disistemidiscatto.
Non mancano i limiti.
- Il primo dei quali è dato dalla complessità meccanica,
- che comporta una teorica maggior difficoltà di alimentazione e
- la necessità di un sistema più complesso di sicure per garantire la sicurezza del porto.
Per concludere, nel caso si decida di non tenere l’arma con il colpo in canna:
- saranno necessarie sempre due mani per provvedere allo scarrellamento
- e quindi all’esplosione del primo colpo.
Punti che il revolver risolve in maniera egregia grazie alla peculiarità del suo sistema di funzionamento.
Elementi discrezionali
Al di là della presunta superiorità di un sistema rispetto a un altro, la scelta dell’arma è condizionata da una moltitudine di elementi che partono dal calibro per proseguire con considerazioni di carattere tecnico, funzionale e dimensionale.
Non esiste l’arma perfetta per tutti, ma esiste l’arma migliore per le prevedibili esigenze d’impiego del singolo utente.
Prioritario è stabilire il proprio standard operativo; solo successivamente sarà possibile scegliere lo strumento da adottare.
Una massima americana, forse abusata, sostiene che l’arma migliore è sempre quella di cui si dispone.
Difficile contraddire questa affermazione se, soprattutto, non si può far ricorso a sistemi di difesa alternativi. L’arma a disposizione però può essere scelta a mente fredda dall’utilizzatore ed è per questo importante che la decisione, oltre che razionale, sia consapevole.
Andranno quindi studiati con attenzione i sistemi di scatto e le sicurezze fornite dal singolo modello; per i primi, la singola azione è quella più “facile” da gestire e in grado di fornire la miglior precisione anche a chi non abbia un allenamento adeguato. Aumenta però, in virtù di un peso di sgancio nettamente inferiore a quello della doppia, il rischio dell’esplosione di un colpo a seguito dello stress piuttosto che per una deliberata volontà. Per questo motivo molte forze di polizia, specie negli USA, preferiscono armare i propri agenti con armi in sola doppia azione.
È poi da tenere in considerazione la scelta della dimensione dell’arma. Se le forze armate e di polizia che prevedono il porto palese non hanno dubbio nello scegliere pistole full size (ideali per minimizzare il rinculo e massimizzare il controllo), diverso è il caso del porto occulto, che deve fare i conti con l’abbigliamento dell’utente e il peso dell’arma.
Per questo motivo esistono semiautomatiche di dimensioni compatte e sub-compatte che aumentano il comfort del porto rinunciando a qualcosa in termini di controllo, comfort di sparo, autonomia, precisione. Trattandosi comunque di strumenti destinati alla difesa a distanze contenute, quello che si perde in termini funzionali può costituire un vantaggio se raffrontato alla possibilità di un porto più agevole e spensierato.
Considerazioni simili possono essere spese per i revolver. Discorso ben diverso è quello di chi scelga un’arma per la (legittima) difesa abitativa.
In questo caso la dimensione è meno vincolante e la scelta di uno strumento di dimensioni maggiori, con tutti i suoi pregi intrinseci, sarà a costo zero e fornirà un indiscutibile vantaggio nel malaugurato caso si dovesse presentare quello che Jeff Cooper (colui che ha ideato le moderne tecniche di tiro con arma corta) considera il Problem One: un’aggressione violenta cui si dovesse rispondere con la forza per preservare l’incolumità propria e dei propri cari.
Nel malaugurato caso…
Nel settore della difesa personale non è il pregio dell’arma a fare la differenza nell’ipotesi di un conflitto a fuoco. Certo, che l’arma sia affidabile e alimentata da cartucce di buona qualità già testate è importante, ma questa considerazione la includiamo tra i prerequisiti essenziali.
Quello che fa la differenza è la capacità dell’utente di gestire l’arma e, se possibile, lo stress.
Per farlo è necessario essere allenati, avere fiducia nelle proprie capacità e conoscere i propri diritti.
Che poi questi diritti si difendano con un’arma economica in polimero o un esemplare fuoriserie cambia poco o nulla.
Per chiarire, è sicuramente consigliabile affidare la propria sicurezza ad armi di comune reperibilità e a munizionamento commerciale, non ricaricato, per evitare che eventuali scelte “eccentriche” possano porre l’utilizzatore in una luce negativa nei confronti dell’opinione pubblica (è ben noto che un cittadino che difende i propri diritti fa notizia, purtroppo in negativo) e dei giudici che dovranno vagliare il suo operato.
Questo, Jeff Cooper lo chiama Problem Two.
La legittima difesa al femminile
Per concludere, una riflessione sulla difesa al femminile.
La maggior parte delle armi in commercio e la massima parte delle tecniche di tiro sono state pensate da uomini per altri uomini.
Che le donne abbiano saputo adattarvici con intelligenza è un altro discorso.
Generalmente, anche a parità di altezza con l’uomo, la donna presenta una complessione fisica più delicata, mani più piccole e dita più corte.
Per questo motivo le si è sempre consigliato l’impiego del revolver, più gestibile sia per dimensioni che per la sua tipica semplicità operativa.
Ciò non vuol dire che le donne debbano rinunciare a una pistola semiautomatica se questo le fa sentire più sicure.
Massad Ayoob, un guru delle tecniche di difesa, sostiene ad esempio che la sua esperienza di istruttore gli ha insegnato che i cloni 1911 – ad azione singola – funzionano particolarmente bene per le tiratrici così come altre pistole dal disegno compatto (Massad Ayoob menziona le Browning Hi-Power, le pistole Kahr e la Heckler und Koch P7); sempre la sua esperienza insegna che le donne sono molto più rapide nell’apprendere le tecniche di sicurezza in quanto più fredde, non avvelenate da quell’eccesso di testosterone che spesso è il limite più grande dell’uomo.