Esaminando i profili della corretta informazione, riferita alle armi da fuoco e alle problematiche connesse, abbiamo appena finito di parlare di notizie non veritiere, le cosiddette fake news, e siamo già alle prese con l’ultimo episodio di televisione asservita a logiche incomprensibili e confuse.
Mi riferisco al lungo speciale Presadiretta sulla legittima difesa, condotto da Riccardo Iacona e andato in onda lunedì 16 ottobre su Rai 3. Il servizio sembrava essere partito con il piede giusto, spiegando le procedure per chiedere e ottenere una licenza di porto d’armi, nonostante alcune inesattezze che facevano sembrare l’iter amministrativo una passeggiata con il cane nel parco sotto casa. Siamo poi passati ad alcune interviste, con le conseguenti “trappole” sapientemente orchestrate, ma che – tutto sommato – hanno dipinto una certa ingenuità, non certo malizia o malevolenza. Di botto la trasmissione è mutata, e sembrava di avere inavvertitamente cambiato canale, con la messa in onda di un documentario su Chicago – Illinois, e sui problemi di incolumità e sicurezza pubblica che le quotidiane guerre tra gang cagionano al tessuto sociale di vaste aree della città americana. L’ex giudice di mani pulite Antonio Di Pietro direbbe (a questo punto): ma che ci azzecca! È quello che chiedo pure io…
Legittima difesa?
Una cosa è parlare di legittima difesa (il tema della trasmissione); altra mostrare fatti che sono più distanti di Marte dal tema. Questa è corretta informazione? A Chicago avranno i loro problemi, non ci piove, e sono problemi grossi, comuni a tante realtà: una criminalità dilagante per il dominio del traffico di droga, dove le vecchie gerarchie sono state spazzate via da arresti eccellenti e severe condanne. Di qui le lotte tra i gruppi emergenti, che vogliono imporsi usando la violenza più brutale. Ma cosa c’entra con la legittima difesa? Lasciatemi fare un paio di considerazioni: si sono visto solo afro-americani e (pochi) ispanici in quei quartieri disgraziati; i bianchi li hanno mostrati solo quando sono entrati in una delle più grandi armerie cittadine, con annesso poligono. E via con gli attacchi alla Nra, come se questa difendesse i narcos. Le armi usate dalle gang sono tutte comprate al mercato nero, clandestine e fuori controllo: lo ha ben spiegato a Rai 3 la redenta figlia di un potente boss, ora in carcere. Ha pure dato un listino: 75 dollari per un Ak-47 e circa 25 dollari per una pistola. Armi simili a quelle che hanno mostrato in armeria, solo che là i prezzi erano di circa 600/800 dollari!
E la direttiva?
Chicago – Italia, secondo il conduttore… volete che sia così anche da noi? Da noi, a dire il vero, è così da decenni: ogni qual volta si rompono le fragili tregue tra le famiglie della grande criminalità organizzata, e scoppiano faide e regolamenti di conti che durano mesi, talvolta anni, con la loro scia di sangue. Fatti terribili, che tutti ben conosciamo. Ma che ci azzeccano tali argomenti con i legali possessori di armi e con la difesa legittima? Sono andati in America ma non hanno speso una sola parola sulla direttiva europea n. 477 per il controllo delle armi, votata pochi mesi or sono: incredibile. Una trasmissione inutile, di inconciliabile eterogeneità, inconcludente, da bocciare senza appello. Quando non si hanno argomenti seri, vale l’adagio partenopeo: facite ammuina!