Il Senato ha approvato definitivamente il testo che riforma la legittima difesa.
Il Senato la approva con 201 voti favorevoli e ora la legge che riforma la legittima difesa plana sulla scrivania del presidente della Repubblica per la promulgazione. Non ci sono stati dunque incidenti o sorprese particolari. Insieme alla maggioranza di governo hanno infatti votato anche le opposizioni di destra, da sempre favorevoli al provvedimento. Il nuovo passaggio a Palazzo Madama si è reso necessario dopo le modifiche apportate dalla Camera, che ha eliminato il fondo per le vittime per l’anno 2018.
Il leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia e relatore del ddl sulla legittima difesa, ha approfittato della propria presentazione per chiarire l’impianto filosofico della riforma. «Se qualcuno entra a casa mia con violenza e senza chiedere permesso», ha spiegato Ostellari «mi ha necessariamente posto nella condizione, scomoda e non richiesta, non solo di difendermi, ma anche di dovermi difendere». Ossia ha creato una situazione in cui difendersi non è una scelta, ma un obbligo. Ostellari ha anche rimarcato che, una volta approvata la legge, «i magistrati continueranno a realizzare (sic) la giurisdizione dello Stato, ma con una differenza rispetto al passato: in situazioni ben definite, il cittadino che si difende da un’offesa commette sempre un’azione legittima».
Il voto delle opposizioni sulla legittima difesa
Fratelli d’Italia ha votato a favore, anche se il testo di riforma presenta ancora «parecchie lacune». Alberto Balboni, che ha preso la parola in Senato, ha confessato che il suo gruppo parlamentare sperava in «maggior coraggio» da parte della Lega. Rimane troppa la discrezionalità lasciata al giudice. E anche con la nuova norma sulla legittima difesa «il calvario giudiziario sarà tutt’altro che evitato».
«L’accertamento da parte della magistratura ci sarà comunque» ha sottolineato anche Fiammetta Modena, che ha parlato per Forza Italia. Era «uno dei punti di discussione tra chi voleva una linea un po’ più netta e chi voleva mantenersi su una linea più morbida». Ma anche i berluscones hanno votato a favore. Vengono da sinistra i 38 voti contrari. Al momento della votazione finale era presente in aula il ministro dell’Interno Matteo Salvini, uno dei principali ispiratori della riforma.