Santiago Abascal, leader del partito di destra Vox, ha espresso la propria posizione su legittima difesa e armi nel corso di un’intervista al portale armas.es.
Sarà la sicurezza percepita, sarà che è un tema forte dei partiti politici più lanciati, fatto sta che la legittima difesa prima o poi irrompe in campagna elettorale. Non solo in Italia. Dopo la caduta del fragile governo Sanchez, il 28 aprile in Spagna si tornerà a votare per le elezioni politiche. E, a poco più di un mese da un appuntamento cruciale, il leader di Vox Santiago Abascal ha concesso a Mavi Gutiérrez, direttrice del portale specializzato armas.es, un’intervista esclusiva. Della quale chiaramente armi e legittima difesa – ma anche caccia – rappresentano il cuore teorico.
La posizione di Abascal, che presidia il campo di una destra intransigente, è chiara: allargare i confini della legittima difesa, ridurre la stretta sulle armi. Abascal è convinto che la legge in vigore debba essere profondamente riformata. Così che tutti gli spagnoli senza precedenti penali e problemi psichici possano tenere un’arma in casa. E, in caso di aggressione, possano utilizzarla «senza paura di piombare in un incubo giuridico, o addirittura in carcere, o di dover corrispondere un risarcimento ai ladri». La legge attuale tratta «i delinquenti come vittime e i cittadini onesti come delinquenti», è deciso Abascal. Ma gli spagnoli devono avere «il diritto di difendersi dai criminali». Il diritto dei criminali? «Ricevere visite in galera».
Secondo i dati del 2016, sono circa 8.000 gli spagnoli autorizzati a portare un’arma per difesa, dopo averne dimostrato il giustificato bisogno. Le stime fissano a 1.100.000 gli spagnoli autorizzati al porto d’armi e a circa 3.000.000 le armi complessivamente detenute nel Paese.
Santiago Abascal (Vox) sulla caccia in Spagna
Nell’intervista a armas.es non mancano neppure un paio di passaggi sulla caccia. Che, è la posizione di Vox, ha una funzione sociale prima ancora che economica, pur muovendo comunque lo 0,3% del Pil. Bisogna riscoprire le tradizioni rurali, afferma Abascal, e uniformare a livello nazionale le norme sulla caccia e sulla concessione della licenza. Alle associazioni animaliste “che mettono uomini e bestie sullo stesso piano” e demonizzano la caccia devono essere tolte le eventuali sovvenzioni pubbliche.