Stavolta abbiamo attinto dal ricco catalogo F.A.I.R. per il test di un’arma dedicata alla beccaccia: lo Xlight Snipe in calibro 20.
Negli ultimi anni c’è stato un proliferare di fucili dedicati a cacce particolari. Sarà per una questione di ricerca affannosa di nicchie in un mercato in forte sofferenza, sarà per il desiderio di offrire al cacciatore un’arma concepita espressamente per quel determinato selvatico, sarà per quello che volete, ma questa è la realtà dei fatti. Come sono lontani i tempi in cui insidiavo le beccacce sull’Appennino con un fucile da tiro da quasi quattro chili, non avendo altro a disposizione. Devo però precisare come, malgrado l’impeto giovanile dei miei venti anni, numerose furono le arciere scappate senza colpo ferire dalle canne di 76 cm strozzate due e una stella e dalla mia inesperienza (con tanto di sguardo perplesso del mio fantastico Leo, il cane dell’epoca).
Un fucile dedicato avrebbe, senza ombra di dubbio, mitigato questa mia approssimazione nel tiro e mi avrebbe consentito di incarnierare qualche beccaccia in più. Se poi aggiungiamo che le occasioni di incontro sono sporadiche anche per un cacciatore specialista che fa della regina del bosco la ragion di vita, non possiamo che apprezzare con entusiasmo la comparsa di nuovi modelli di fucili dedicati.
Questa volta ho testato il F.A.I.R. Xlight Snipe calibro 20. Il calibro cadetto è sempre più apprezzato (direi riscoperto) dai cacciatori, per via dell’ottimo rapporto peso/prestazioni balistiche, che diventa ancora più favorevole nel caso di sparo a distanze canoniche di tiro.
Il fucile
L’impatto visivo di primo acchito sorprende; non troviamo infatti le classiche beccacce incise sui lati di bascula (che caratterizzano la quasi totalità dei fucili dedicati), bensì una coppia di fagiani in volo!
I due galliformi, uno per lato e dorati sulla bascula in Ergal 55 (alluminio aeronautico) finita nichelata, sono ben eseguiti e si stagliano sul fondo sottostante uniformemente grigio. In realtà la scelta dell’incisione non mi meraviglia più di tanto: un fucile di siffatta natura è perfettamente in grado di attingere l’80% della selvaggina insidiabile con il cane da ferma, fagiani compresi. Escluderei soltanto la tipica alpina che tende a partire lontana, essenzialmente per la prima canna raggiata.
Tornando alle incisioni, secondo prassi consolidata in F.A.I.R., sono eseguite a laser a triplice profondità, dalla ditta Ri.Pa. di Gardone val Trompia (Bs).
Per la cronaca, il fucile che ho avuto modo di fotografare e testare era un esemplare destinato al mercato francese (denominato Classic), che si differenzia per qualche particolare proprio nell’incisione (a differenza del modello italiano, lo sfondo non è uniforme sotto il fagiano in volo, ma raffigura un ambiente silvano a completamento della scena di caccia; un’incisione più tradizionale, ma non per questo più accattivante del modello destinato al mercato interno). I lettori non disperino: la beccaccia (dorata anch’essa), la ritroviamo – in entrambe le versioni, italiana e transalpina – sul petto di bascula, assieme a un ulteriore incisione (ornato floreale).
Un’altra “perplessità” riguarda il nome del modello italiano, laddove Snipe significa beccaccino; forse un Woodcock sarebbe stato più indicato.
Al di là di queste disquisizioni spicciole che spaccano il capello in quattro e non aggiungono molto alla recensione tecnica del fucile, l’Xlight Snipe calibro 20 è veramente compatto. Ma quando dico compatto, intendo proprio piccolo. Basti pensare che il peso totale dell’arma si attesta sui 2,3 kg, un valore che impedisce qualsiasi recriminazione derivante dal porto del fucile, anche in condizioni difficoltose quali il folto di un bosco o il saliscendi di una collina intricata alla ricerca dello scolopacide.
Come si è arrivati a questo valore (quasi) da record? Beh, guardando il fucile non è difficile capirlo: innanzi tutto l’adozione della bascula in Ergal, il montaggio di canne da 61 cm di lunghezza, l’assenza dei bindellini laterali, la scelta di legni selezionati per densità e peso, e un ottimo equilibrio generale.
Invece, contrariamente a quanto visto in realizzazioni similari, è stata mantenuta la bindella superiore, piana ventilata da 7 mm e zigrinata antiriflesso. C’è chi preferisce mirare con la bindella, c’è chi preferisce mirare affidando il proprio colpo ad una collimazione dell’occhio fra la rampa iniziale e la rampa terminale. Questione di gusti, ovviamente.
Nonostante le minute dimensioni, l’equilibrio formale è non solo mantenuto, ma esaltato; in ciò le esili forme del calibro cadetto aiutano e non poco.
Al termine della bindella riscontriamo un mirino in fibra ottica LPA di colore rosso, che offre una buona acquisizione del bersaglio anche in condizioni di luce scarsa quale il sottobosco.
Il monogrilletto selettivo è brunito (sull’esemplare francese fotografato è invece montato un più classico bigrillo) ed è possibile anche richiederlo dorato; brunita anche la chiave di apertura (traforata a quattro fori), il ponticello (ampio e ben raggiungibile dalle dita) e il cursore della sicura, posto sulla codetta di bascula (nella versione italiana alberga anche il comando per l’inversione dei cani, non presente sull’esemplare fotografato).
La calciatura è in noce europeo, nella versione con disegno ergonomico da caccia, con finitura ad olio lucido. La colorazione scelta è piuttosto scura ma assolutamente piacevole. Decisamente accattivante l’astina, a becco d’oca; lo sgancio della stessa è affidato a un comando a pompa situato in un piccolo scasso della porzione lignea, sulla faccia ventrale dell’astina stessa. Un calcio al naturale, senza arricchimenti artificiali; scelta che mi sento di condividere appieno, in quanto l’Xlight Snipe è un fucile che deve fare il fucile, non stare in una rastrelliera o esser più di tanto esibito. Un’arma fatta per affrontare il bosco, con il bello e il cattivo tempo. E poi ho sempre sostenuto “viva il naturale”, non posso certo contraddirmi ora!
L’impugnatura è a pistola, piuttosto allargata e che consente una presa rapida dell’arma nelle condizioni di imbracciata veloce.
Lo zigrino è del tipo scozzese, eseguito a laser con passo fine e (anche in questo caso secondo prassi consolidata in F.A.I.R.) viene definito a “doppio grip di presa”. Nella prova pratica, il maneggio dell’arma non ha determinato alcuna sensazione di fastidio nei punti di contatto delle mani con lo zigrino. Bene così.
Il calciolo è realizzato in gomma piena antiolio (in gomma a doppia ventilazione sull’esemplare francese fotografato); grazie anche al suo spessore (circa 20 mm), assolve benissimo la funzione di riduzione del rinculo percepito.
Le misure impostate di fabbrica sono: 368 mm di lunghezza calcio, 58/60 mm di piega al tallone e 36/38 mm di piega al nasello.
Confermiamo anche in questo modello il buon livello di incassatura raggiunto dai fucili FAIR, sempre tenendo conto che si tratta di un prodotto sottoposto a un processo di costruzione industriale.
La meccanica
Corriamo il rischio di ripeterci, ma il sistema di chiusura adottato sui sovrapposti della casa di Marcheno è sempre lo stesso, vale a dire un robusto tassello basso su ramponi (non passanti). La chiusura così detta gardonese, sinonimo di affidabilità e robustezza, nonché di durata nel tempo.
Le canne, realizzate in acciaio UM/8-HD40, sono cromate internamente, lunghe 61 cm, posseggono camera di scoppio di 76 mm (magnum) e sono forate con un procedimento denominato X-Cones, per via del cono di raccordo piuttosto lungo che determina una riduzione del rinculo. Ci sentiamo di suggerire, vista anche la leggerezza dell’arma, di non insistere troppo con cariche pesanti nell’Xlight Snipe; ma non perché il fucile non possa spararle e/o tollerarle, quanto perché suddette cariche snaturerebbero la natura stessa del fucile, che è fatto e concepito per sparare cariche medie con ottime performance balistiche.
Il tubo inferiore è interamente rigato (paradox), a tutto vantaggio dell’efficacia (con le cartucce giuste) del primo colpo (sovente il più importante nella caccia alla beccaccia). Gli strozzatori sono intercambiabili del tipo interno, denominati Tecnichokes Hunting XP50, forniti in numero di tre, più che sufficienti a conformare la balistica della seconda canna secondo i propri gusti personali (sparo più o meno vicino eccetera). Il peso delle canne, compreso dello strozzatore montato, fa fermare l’ago della bilancia a 1,250 kg.
I due tubi sono innestati su un monobloc finito a bastoncino; gli estrattori sono automatici selettivi a grande sviluppo.
Le batterie presentano molle a spirale e cani con sistema di doppia monta di sicura.
I perni cerniera, come in tutti i fucili F.A.I.R. sono intercambiabili.
Aprendo il sovrapposto, osserviamo come la zona intorno ai percussori presenti una piastrina in acciaio di irrobustimento, per evitare (ipotetici) danni causati dai gas della combustione.
La prova di tiro
La prova di tiro del F.A.I.R. Xlight Snipe calibro 20 si è svolta nel tunnel interno dell’azienda, causa improvvisa precipitazione atmosferica torrenziale. Ciò nonostante, ho avuto modo di testare a lungo la balistica della canna paradox, che mi intrigava particolarmente; diversi sono stati i colpi esplosi a varie distanze di tiro, proprio per simulare quale sarebbe stato l’ipotetico esito di una fucilata nei confronti dell’arciera sotto ferma del cane. Orbene, lo sparo di cartucce da 28 grammi della Baschieri & Pellagri, caricate con piombo numero 7 e ½, ha determinato un vero e proprio “innaffio” dei bersagli di carta posizionati a distanza prestabilita dalle canne. Illuminante in tal senso la rosata che ho ottenuto con bersaglio posto a sette metri dal fucile; nessun animale potrebbe uscire indenne da tale rosata. Molto buone anche le rosate ottenute con la seconda canna, a distanze crescenti e con strozzature cilindrico/quattro/tre stelle.
Eccellente il brandeggio e ottima la sensazione di leggerezza dell’arma. Impeccabile la percussione e l’espulsione dei bossoli spenti.
Conclusioni
Il F.A.I.R. Xlight Snipe calibro 20 viene offerto al pubblico a 1.975 euro. Nel prezzo è compresa la valigetta termoformata V500SP con tre strozzatori Tecnichokes Hunting XP50, la chiave per gli stessi e una doppia fibra ottica di colore verde di ricambio. Ritengo che il prezzo sia del tutto in linea con le caratteristiche tecniche specifiche per una caccia selettiva e difficile quale quella alla beccaccia; l’Xlight Snipe, grazie alla notevole efficacia della canna raggiata, non fa sentire la differenza di calibro. Comunque, per chi vuole restare sul classico e non se la sente di tentare la scelta del calibro 20, sappia che presto sarà presentato l’Xlight Snipe in calibro12.
Per informazioni:
F.A.I.R., tel. 030 861162, www.fair.it, info@fair.it
T.F.C., tel. 030 8983872, www.tfc.it
di Simone Bertini – tratto da Beccacce che Passione 4 2016
F.A.I.R. Xlight Snipe calibro 20
Calibro: | 20 |
Camera di cartuccia: | 76 mm (3”) |
Tipologia d’arma: | fucile da tiro a canne sovrapposte, destinazione d’uso caccia alla beccaccia |
Sistema di chiusura: | tassello trasversale su doppio rampone |
Bascula: | in Ergal 55 nichelata con piastrina in acciaio di rinforzo nella zona dei percussori |
Finitura/incisione: | nichelatura brillante con soggetti dorati (3). Incisione a laser con triplice profondità con scene di caccia |
Canne: | UM/8-HD40 con sistema X-Cones e cromatura interna, tubo inferiore rigato paradox |
Lunghezza canne: | 61 cm |
Strozzature: | intercambiabili interni sulla seconda canna; set di strozzatori in numero di tre in dotazione Tecnichokes Hunting XP50 |
Estrazione: | automatica selettiva |
Bindella: | ventilata piana da 7 mm, zigrinata antiriflesso |
Grilletto: | monogrilletto selettivo brunito (o bigrillo) |
Mirino: | in fibra ottica di colore rosso (LPA) |
Sicura: | cursore a slitta sulla codetta di bascula con comando per l’inversione dei cani |
Calciatura: | a pistola, in noce europeo, finito ad olio lucido e con misure da caccia; astina a becco d’oca, calciolo in gomma antiolio a doppia ventilazione da 20 mm |
Peso (appross.): | 2,3 kg circa |
Prezzo: | 1.975 euro |