Il Washington Post ha pubblicato un documento a firma Ronald Turk, dirigente ATF, nel quale si auspica l’abolizione del divieto di importare armi d’assalto, legali se prodotte negli Stati Uniti
La legge statunitense sulle armi d’assalto è stata oggetto di numerose discussioni. Per tutti gli anni Novanta, quando furono messe al bando, e poi ancora dal 2004. Ossia dal momento in cui i moderni fucili sportivi poterono tornare in commercio. Adesso arriva un’altra sollecitazione. Da non sottovalutare, vista l’origine. In un documento a firma Ronald Turk, dirigente dell’ATF, si legge che non ha senso continuare a tenere in vigore il bando sull’importazione di alcune armi d’assalto negli Stati Uniti.
Il documento è stato pubblicato dal Washington Post.
In favore dei moderni fucili sportivi
Sono molte le ragioni per cui il dirigente dell’Agenzia alcol, tabacco, armi ed esplosivi sostiene questa posizione. Innanzitutto il crescente utilizzo di questo tipo di armi nelle discipline sportive di tiro. In più, l’industria americana produce nel Paese delle armi praticamente identiche a quelle messe al bando. E in questo caso perfettamente legali e acquistabili. Accade inoltre che alcune armi di cui è vietata la vendita siano modificate nei Paesi d’origine. E pertanto possono entrare negli Stati Uniti con una classificazione differente. “I vari tipi di classificazione generano del lavoro inutile in più per gli importatori e più burocrazia per l’ATF. L’importazione e la distribuzione attraverso i rivenditori autorizzati regolerebbero effettivamente la compravendita nei termini di legge. Compreso il background check”.
Turk ritiene inoltre che sia giunto il momento di aggiornare il National Firearms Act, la legge che disciplina l’uso delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Soprattutto, si auspica una modifica delle norme che regolano l’uso dei silenziatori a caccia e nel tiro.