Nella strage di Fidene ha pesantemente fallito la vigilanza sul noleggio di arma da fuoco a soci del poligono.
Con immancabile tempestività dopo la strage di Fidene alcuni media di sono gettati a capofitto contro i poligoni di tiro (posti maschili, virilisti (?) e violenti) e coloro che li frequentano accusandoli delle peggiori nefandezze. Le autorità di pubblica sicurezza annunciano provvedimenti e giri di vite; l’Uits attende gli sviluppi e annuncia una possibile indagine amministrativa interna.
A una prima analisi emerge che nella catena delle autorizzazioni amministrative nulla ha fallito. L’autore del grave crimine non aveva una licenza di porto d’armi, perché il meccanismo di analisi preventiva dei requisiti funziona e non gli era stata rilasciata. Ma questo molti giornalisti sembrano ometterlo o svalutarlo; forse lo reputano un particolare insignificante.
Quello che invece ha pesantemente fallito è la vigilanza sul noleggio di arma da fuoco a soci del poligono. Vero che è possibile reperite una pistola e dei proiettili al mercato clandestino (così almeno dicono), ma in questo caso è stato tutto troppo facile. Un’attività così delicata come l’affido temporaneo di armi della struttura ai soci comporta alcuni rischi:
- L’uso dell’arma contra se: negli anni si sono registrati suicidi del tiratore con l’arma appena noleggiata. Uno è purtroppo accaduto anche nel Tsn che frequento.
- L’uso dell’arma contro altri frequentatori del poligono o contro terzi.
Quali gli interventi possibili?
Questo è il motivo per cui molte strutture adottano particolari cautele nel contenere al minimo il tempo di noleggio, con sorveglianza diretta del socio per tutto il tempo della seduta di tiro. Questo è il motivo per cui in alcuni Paesi i direttori di tiro sono armati e pronti a intervenire se le cose si mettono davvero male; da noi questo non accadrà mai, se ne può stare certi. Qui stiamo parlando di una sottrazione della pistola e delle munizioni dal poligono; l’arma ha vagato indisturbata prima che il proposito criminale si sia concretizzato con il suo tragico bilancio.
È pensabile apporre dei sistemi di allarme per impedire tali fatti? Basterebbe una sorveglianza diretta e continua del tiratore (come già accade in molti poligoni), affidandogli l’arma solo sulla linea di tiro e curando che sia prontamente resa al termine della sessione. Siccome l’Ufficio complicazioni affari semplici è sempre aperto e attivo, vedremo che cosa si inventeranno questa volta.
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