Varsavia si associa al ricorso presentato dalla Repubblica Ceca e chiede la sospensione della Direttiva Armi.
Che sia piano inclinato o vera e propria slavina, qualcosa si sta muovendo in Europa – soprattutto a est – nei termini di una resistenza alla Direttiva Armi. Firearms United ha reso noto un documento col quale la Polonia annuncia il proprio sostegno all’azione legale della Repubblica Ceca contro la Direttiva Armi. Varsavia sta chiedendo la sospensione dell’iter di applicazione della Direttiva fino a quando la Corte di Giustizia non si sarà pronunciata sulla materia.
Nel documento si legge che la Direttiva è “basata su assunti errati” e che “manchi di prove a sostegno della correlazione tra il mercato e il possesso legale di alcuni tipi di armi da fuoco da parte dei cittadini europei e il mercato illegale collegato ad attività criminali”. Le nuove norme si rivelano “eccessive, troppo severe e non sempre razionali”. Il governo polacco ritiene che il recepimento della Direttiva “causerebbe gravi effetti collaterali di natura socio-economica sul settore produttivo, sull’attività degli imprenditori impegnati nel campo della produzione di armi da fuoco per impieghi civili e sui possessori di armi”. Da non sottovalutare “l’aggravio dei carichi di lavoro dell’amministrazione dello Stato”.