Il Carroccio ha presentato delle proposte per salvaguardare le funzioni operative e il numero di occupati del Polo di mantenimento delle armi militari leggere di Terni.
Le prospettive non sono rosee: dai 300 dipendenti di adesso, già ridotti di un terzo nel giro di un biennio, si rischia di passare a 280 nel 2018 e a 150 entro il 2014. E la Lega annuncia un’azione coordinata a livello regionale e nazionale per assicurare un futuro al Polo di mantenimento delle armi militari leggere di Terni. Lo ha annunciato Emanuele Fiorini, capogruppo del Carroccio nel consiglio regionale dell’Umbria. Nel tentativo di salvaguardare non solo i livelli occupazionali, ma anche le funzioni operative della Fabbrica d’armi di Terni. Fiorini ritiene che la drastica riduzione di personale «metterà a repentaglio la potenzialità produttiva del sito e la capacità di supporto logistico alle forze armate, con il rischio di completa paralisi di ogni attività».
Oltre ai consiglieri regionali, si stanno muovendo anche i parlamentari della Lega che ha chiesto un incontro al ministro della Difesa da cui dipende la gestione della fabbrica. Insieme all’occhio di riguardo per il Museo delle armi, i leghisti chiedono che siano preservate tutte le maestranze, sia sbloccato il turnover, siano riportati all’interno i lavori appaltati all’esterno e che sia garantita «una maggiore autonomia nell’utilizzo delle risorse recuperate dal ricorso all’istituto delle permute».